Vaccinazioni in età adulta: Italia Longeva ha presentato a Roma la campagna UnaSceltaVincente

Vaccinazioni nell’età adulta #UnaSceltaVincente è il nome della nuova campagna di Italia Longeva, presentata a Roma  

Continua a prevalere la convinzione che le vaccinazioni siano solo questioni che interessano i bambini – e il dibattito degli ultimi anni, con l’emergere del movimento ‘no-vax’, non ha fatto che confermare questo orientamento – e non anche, invece, l’età adulta, un periodo della vita in cui, con il crescente manifestarsi di patologie croniche e altri disturbi, si è più esposti al rischio di complicazioni.

vaccino antinfluenzale

“Un 65 enne di oggi ha davanti a sé almeno 20 anni, ma per raggiungere età importanti in salute occorre giocare d’anticipo, mettendo in atto stili di vita corretti e la giusta prevenzione, di cui i vaccini costituiscono un tassello imprescindibile. Disinformazione, pregiudizi e luoghi comuni restano tuttavia i maggiori ostacoli alla vaccinazione e persino la gratuità dell’offerta per gli over-65 non basta ad aumentare i livelli di copertura”, ha sostenuto Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva, la rete del Ministero della Salute sull’invecchiamento e la longevità attiva, il quale ha aggiunto: “Una strada per contrastare la disaffezione è investire sulla comunicazione ai cittadini, tramite canali televisivi e social.” Ed è proprio quello che ha fatto Italia Longeva con la nuova campagna di sensibilizzazione – che verrà trasmessa sulle reti Rai a partire da metà ottobre – ‘Vaccinazioni nell’età adulta #UnaSceltaVincente’. Lo spot, che vede come protagonista l’icona del calcio Marco Tardelli, oggi 65enne, è stato realizzato con il contributo non condizionante di Pfizer, Sanofi Pasteur e Seqirus e ha ottenuto il patrocinio di Pubblicità Progresso.

Vaccini per tutelare la sostenibilità del sistema sanitario

Per comprendere meglio l’importanza delle vaccinazioni per contrastare quella che rischia di tradursi in una vera e propria emergenza, capace di mettere a rischio la sostenibilità stessa del nostro sistema sanitario nazionale, occorre guardare ai numeri. In Italia, negli ultimi anni, la mortalità direttamente attribuibile all’influenza è stata, in media, di 17mila casi ogni anno. Altresì, sono circa 11mila i decessi provocati dalla polmonite pneumococcica – sovente causa di ospedalizzazione per complicanze cardiache e respiratorie.  Di grande impatto anche l’herpes zoster, meglio noto come ‘fuoco di Sant’Antonio’, che nel 20% dei casi causa la nevralgia post erpedica, con dolori insopportabili che possono durare mesi.

“Disponiamo di uno strumento capace di contrastare le morti nel 90% dei casi, ma occorre una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini sull’importanza di vaccinarsi a partire dai 65 anni, età in cui si diventa più vulnerabili alle infezioni a causa delle patologie croniche e del calo delle difese immunitarie”, ha spiegato Paolo Bonanni, coordinatore scientifico del Calendario per la Vita – documento che raccoglie le proposte di calendario vaccinale ideale (quest’anno interamente recepito ed inserito nel calendario dei Lea) sulla base delle evidenze scientifiche e frutto della collaborazione degli esperti che si occupano di vaccinazioni e cure primarie nel bambino e nell’adulto.

L’introduzione, in regime di gratuità, della vaccinazione anti pneumococcica e di quella per lo zoster all’interno del Piano di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 conferma l’attenzione delle istituzioni sanitarie verso le politiche di immunizzazione dell’adulto. “Ad oggi a vaccinarsi è circa il 50% della popolazione over 65 e la soglia di copertura  raccomandata del 75% resta ancora lontana”, ha sostenuto Claudio D’Amario, direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute. “Per il suo raggiungimento occorre mettere in campo una forte azione di sensibilizzazione a tutela della salute di tutti i cittadini. La non immunizzazione rischia inoltre di aumentare l’annoso problema dell’antimicrobico resistenza”.