Per quanto sia ormai consuetudine affermare che una scorretta postura possa condurre essenzialmente a patologie articolari e muscolo-scheletriche, stare seduti con il busto piegato in avanti rappresenta invece un considerevole rischio non solo per la schiena ma anche per la funzionalità di altri apparati. Soprattutto per coloro che svolgono lavori d’ufficio, le conseguenze si riflettono chiaramente sulla salute della colonna e delle articolazioni impattando considerevolmente sulla popolazione adulta che, sempre più frequentemente, porta a evidenziare significative e spesso inimmaginabili conseguenze a carico dell’apparato digerente, respiratorio, circolatorio e molto altro.

Il disallineamento di alcuni organi provocato da una postura scorretta, infatti, può creare tensioni non solo a collo, schiena e spalle ma anche al diaframma e allo stomaco, oltre a indurre problematiche urologiche e ginecologiche laddove la postura scorretta arrivi a interessare la zona del bacino. Va poi sottolineato come la postura influenzi tutte le attività che svolgiamo durante il giorno, consentendo non solo il benessere fisico ma anche quello mentale, poiché mantenere una postura corretta migliora la produttività in ambito lavorativo e favorisce la concentrazione, migliorando peraltro la digestione, la circolazione e la respirazione.

Un problema dalle radici profonde

Le strutture muscolo-scheletriche dell’organismo sono collegate tra loro attraverso articolazioni, così come i visceri sono ancorati alle strutture muscolo-scheletriche attraverso legamenti. È quindi chiaro come un’alterazione a carico del collo, delle spalle, della schiena o del bacino, possa compromettere il funzionamento degli apparati interni. Il sistema tonico-posturale, responsabile della nostra postura, è influenzato da numerosi fattori, sia interni che esterni e riceve comandi da numerosi apparati.

Una volta ricevuto l’input, il sistema lo elabora definendo la posizione più corretta da assumere in quella particolare situazione. Per poter mantenere una postura corretta, tutti i sistemi devono essere in armonia, altrimenti il corpo nel tentativo di compensare una situazione non confortevole, apporterà degli aggiustamenti che genereranno uno scompenso posturale.

Con il passare del tempo, infatti, questi aggiustamenti possono diventare delle autentiche abitudini, capaci di dar luogo a dolori, traumi e patologie di vario genere. La compressione di addome e intestino, ad esempio, apre la strada a mal di testa, reflusso gastro-esofageo, rigidità muscolare, stitichezza, disbiosi intestinale, uretriti e incontinenza ma può anche comportare l’insorgenza di vertigini, aritmia cardiaca, squilibri ormonali, stanchezza cronica e formicolio alle mani. Un interessamento della zona cervicale invece può indurre un calo della vista e favorire l’insorgenza di acufeni, così come l’interessamento del diaframma può comportare significativi problemi di respirazione.

Quali sono le possibili opportunità?

Dolori articolari, torcicollo, bruciori di stomaco, rigurgiti acidi, stipsi, tossi mattutine secche e stizzose spesso associate a raucedine: chissà in quante altre occasioni il farmacista è stato chiamato a offrire un prezioso consiglio per porre rimedio a una o più di queste situazioni.

Spegnere il sintomo è l’approccio primario con il quale si arriva a trattare il problema ma aprendo l’orizzonte alla causa che lo ha generato, la questione assume una dimensione molto differente. Spesso infatti trattare semplicemente il sintomo offre una risoluzione temporanea del problema, inducendo colui che si è rivolto al farmacista a richiedere nuovamente il suo intervento magari optando per un prodotto più forte del precedente. In altri casi, invece, reduci dal fallimento della terapia offerta, non c’è un secondo appello e il nuovo intervento viene richiesto direttamente a uno specialista.

Il punto cruciale è proprio quello di riuscire a inquadrare il problema in un contesto più ampio, cercando di individuare la causa che ha innescato il sintomo, offrendo quindi un consiglio molto più personalizzato. Con opportune domande e un’attenta analisi del problema potremmo arrivare a comprendere dettagli fondamentali che spesso colui che ha richiesto l’intervento del farmacista non ha nemmeno mai preso in considerazione. Ecco quindi che, in uno scenario di questo tipo, il reparto ortopedia assumerebbe una connotazione ben più rilevante rispetto a quella che oggi riveste nella maggior parte delle farmacie. Offrire, inoltre, giornate di consulenza a titolo gratuito con un esperto, contribuirebbe a sensibilizzare la popolazione su una questione spesso sottovalutata, portando alla luce situazioni che in altre occasioni non sarebbero emerse.

Anche in queste circostanze il buon farmacista dovrebbe avere la capacità di guardare oltre l’orizzonte, trattando il problema nella sua fase acuta e seminando un prezioso consiglio che possa indurre l’assistito a ridurre l’incidenza del problema.

Un reparto in grado di offrire risposte

La farmacia che guarda al futuro è in costante e progressivo sviluppo, lontana dalla retrograda concezione di mero luogo di dispensazione di farmaci. La sua connotazione attuale è rivolta al benessere della persona, offrendo soluzioni che diano spazio a una visione più ampia del problema esposto. Coloro che chiedono consiglio al farmacista spesso si aspettano di porre fine a una particolare condizione, magari attraverso l’uso di un prodotto miracoloso che li possa liberare da un circolo vizioso al quale molto spesso non sanno di appartenere. Ed è proprio qui che il buon farmacista ha la possibilità di fare la differenza.

Pensando alle decine di confezioni di antinfiammatori e antidolorifici ma anche a quelle di antiacidi e lassativi consumati da uno stesso individuo, cosa accadrebbe se il farmacista rompesse la routine offrendo all’assistito una visione differente del problema?

Probabilmente con qualche domanda in più arriveremmo a scoprire che colui che abbiamo di fronte conduce una vita lavorativa sedentaria, scandita da un ritmo frenetico che lascia ben poco spazio alle attività sportive ma che regolarmente acquista prodotti per alleviare il perenne dolore alla schiena che si accompagna a una stipsi ormai cronica e a un reflusso gastrico di recente insorgenza. E se il problema qui fosse la postura? Se offrendo adeguati supporti ortopedici la condizione dell’assistito potesse trarne beneficio? Il nocciolo della questione qui è proprio la necessità di intraprendere un cambio di prospettiva, abbandonando il sistema attraverso il quale si cura il sintomo e abbracciando la concezione secondo il quale questo possa essere solo una delle manifestazioni tangibili di uno squilibrio ben diverso.

È in quest’ottica che il settore ortopedico diventa strategico, arrivando a offrire risposte e soluzioni che in molti casi possono alleviare o addirittura porre fine a situazioni altrimenti senza un’autentica risoluzione.