Per quanto la fitoterapia possa non rappresentare il trattamento sintomatico d’elezione, soprattutto in caso di una sintomatologia dolorosa particolarmente marcata, è altrettanto innegabile che la parte della medicina naturale che si occupa dei problemi femminili è tra le più antiche e consolidate sin da tempi lontanissimi e, prendendo in considerazione la persona nel suo insieme, presenta il vantaggio di un ampio spettro d’azione che mira a risolvere sia l’aspetto prettamente fisico sia quello psicologico-affettivo delle problematiche legate alle alterazioni del ciclo come la dismenorrea o la sindrome premestruale.

I fitoterapici si rivelano particolarmente preziosi, in alcuni casi risolutivi, quando vengono impiegati come trattamento preventivo, nelle forme più lievi, consentono di arginare con successo la sintomatologia dolorosa, che comunque mostra segni di marcato ridimensionamento anche nelle forme più severe. A priori, è indispensabile escludere eventuali patologie organiche. In presenza di una patologia si parlerebbe di dismenorrea secondaria, che andrebbe gestita con modalità terapeutiche diverse.

L’importanza della prevenzione

Durante il ciclo, soprattutto nei casi di dismenorrea, l’attenzione si focalizza sulla necessità di dare sollievo a una sintomatologia caratterizzata in modo preponderante dal dolore, di solito crampiforme, a carico del basso ventre, solitamente accompagnato da mal di schiena, cefalea e sensazione di gonfiore. Infatti, si tratta dell’esacerbazione della normale fenomenologia che accompagna la mestruazione, a sua volta caratterizzata da congestione pelvica e infiammazione degli organi del bacino. Tra le teorie più accreditate, infatti, per l’inquadramento eziologico della dismenorrea, l’elevata produzione endometriale di prostaglangine (PG-F2), che spiegherebbe l’efficacia dei Fans normalmente impiegati per ridurre l’intensità della sintomatologia.

Le piante più indicate saranno, in primo luogo, quelle capaci di ridurre infiammazione, tensione e dolore, da impiegare già due settimane prima dell’inizio del ciclo, così da predisporre al meglio l’organismo ad affrontare il mestruo. Tra le piante più
utili si distingue per efficacia, nonostante la sua estrema semplicità, la camomilla, intesa sia come Anthemis nobilis (camomilla romana) sia come Matricaria chamomilla (camomilla comune o tedesca), che grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, antispasmodiche e calmanti potrebbe essere definita la tuttofare dei disturbi del ciclo. Oltre a possedere un’azione rilassante sull’addome utile per decongestionare la zona pelvica e attenuare la tensione muscolare, la camomilla migliora la digestione e calma gli spasmi intestinali, peraltro spesso connessi alla sintomatologia dolorosa sia della dismenorrea sia della Spm.

Non meno interessante è l’azione dell’achillea (Achillea millefolium L.) che, favorendo il rilassamento della muscolatura liscia dell’utero e dell’apparato digerente, contribuisce a limitare la sintomatologia dolorosa. Anche in questo caso, l’uso sarebbe da suggerire già una decina di giorni prima dell’arrivo del ciclo, da sola o in associazione alla camomilla (alla quale andrebbe miscelata in parti uguali), in forma di infuso, 1 cucchiaino da caffè di Achillea (sommità fiorite della pianta essiccate e sminuzzate) in 1 tazza d’acqua bollente, lasciando in infusione 10-15 minuti prima di filtrare, da consumare alla dose di 1-3 tazze al dì, lontano dai pasti. Consigliabile ripetere mensilmente il trattamento, per cicli di almeno 2-3 mesi.

È necessario prendere in considerazione un trattamento di fondo a cui associare l’infuso. Solitamente risulta indicata a tale scopo l’associazione del macerato glicerico di lampone (Rubus idaeus, 30-40 gtt. due volte al giorno, lontano dai pasti), e del mac. glic. di Ribes nigrum (da 50 a 60 gtt, ore 8, e da 25 a 30 gtt, ore 16, in poca acqua). L’attività terapeutica del lampone è dovuta sia al rilasciamento delle fibre muscolari uterine sia a un’azione tipicamente estrogenosimile che favorisce il riequilibrio del sistema endocrino femminile. L’effetto viene intensificato, quindi, dall’azione antiflogistica, antidolorifica, decongestionante e antiedemigena del ribes. Il trattamento va continuato in modo costante per almeno due mesi, successivamente ai quali si effettuerà a cicli, iniziando sette giorni prima del mestruo e proseguendo fino al terzo o quarto giorno dello stesso.

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