Approvato lo scorso dicembre dalla Conferenza di Consenso Cicerone il documento finale sulla riabilitazione assistita da robot, realizzato da Simfer e da Sirn, con il supporto dell’Iss. Il documento rappresenta ad oggi un unicum a livello mondiale e un modello al quale ispirarsi

Negli ultimi anni l’utilizzo delle tecnologie robotiche in ambito riabilitativo ha riscontrato un significativo incremento e crescente sarà il loro utilizzo nel prossimo futuro. Allo stesso modo negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente il numero di studi clinici sull’impiego di tecnologie robotiche in riabilitazione. Nel nostro Paese poi, la revisione dei Lea del 2018 ha inserito queste prestazioni nel nomenclatore delle prestazioni specialistiche erogabili nell’ambito del sistema sanitario nazionale.

Ancora oggi tuttavia, si riscontra l’assenza di un framework di riferimento e notevoli sono le disomogeneità e le discrepanze nei criteri e nelle metodologie pratiche di impiego clinico di queste tecnologie, nei contesti organizzativi in cui esse sono erogate, nella valutazione dei loro esiti.

La conferenza di Consenso Cicerone

Proprio per far fronte a questa situazione e offrire un quadro complessivo e condiviso di riferimento la Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer) e la Società italiana di riabilitazione (Sirn) hanno promosso l’organizzazione di una Conferenza Nazionale di Consenso Cicerone che si è servita del supporto scientifico e logistico dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il documento finale è frutto di tre anni di lavoro che hanno visto il coinvolgimento di un team multidisciplinare di circa 200 soggetti e 9 working group. Il risultato è una sorta di linea guida completa di indicazioni omogenee e standardizzate su come utilizzare le tecnologie robotiche nella pratica riabilitativa che possa essere una garanzia per i pazienti, soprattutto per consentire loro un equo accesso, ma anche per gli operatori sanitari coinvolti.

Il ruolo dell’Istituto Superiore di Sanità

L’Iss ha fatto parte, con gli esperti del suo Centro nazionale per le Tecnologie innovative in sanità (Tisp) e del servizio tecnico-scientifico Coordinamento e supporto alla ricerca (Cori), del Comitato tecnico-scientifico e della Giuria multidisciplinare che ha lavorato su:

  • definizioni e criteri di classificazione dei dispositivi;
  • il loro impiego clinico nelle più frequenti condizioni disabilitanti di origine neurologica;
  • i modelli teorici di riferimento per lo sviluppo e l’utilizzo clinico e le prospettive della formazione e della ricerca;
  • i contesti organizzativi appropriati per il loro impiego;
  • gli aspetti normativi e le implicazioni sociali, etiche e giuridiche.