Nella terza edizione del report “Outlook Salute Italia – Prospettive e sostenibilità del Sistema Sanitario”, si registra un calo della fiducia nei confronti del Sistema Sanitario rispetto all’edizione precedente. D’altra parte, al suo interno emergono alcune traiettorie di evoluzione del Sistema Sanitario «che sempre più si vede affiancare da attori privati, nuovi player digitali e dal mondo delle assicurazioni nel venire incontro alle esigenze degli italiani» come illustra Guido Borsani, partner di Deloitte e Government & Public Services Industry Leader.

Sanità digitalizzata

La digitalizzazione in ambito sanitario sembra aver subito un’accelerata come conseguenza diretta della pandemia. In effetti, rientra anche tra gli obiettivi del Pnrr, uno degli strumenti che potrebbe rafforzare la Sanità italiana. Secondo il report Deloitte gli intervistati sembrano essere fiduciosi: 1 su 2 ritiene che gli investimenti impatteranno positivamente sull’efficienza della Sanità.

Borsani afferma che «circa 1 adulto italiano su 2 prenota online prestazioni sanitarie, la stessa percentuale riceve referti o altri documenti via e-mail o scaricandoli dal Fascicolo Sanitario Elettronico, da un’app o sito internet». Infatti, il 76% degli italiani dichiara di conoscere il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e il 44% di questi lo ha usato almeno una volta nel 2022. D’altro canto, 1 intervistato su 3 si dichiara per nulla informato rispetto alle iniziative previste dal Pnrr.

Le pagelle della Sanità Pubblica e Privata

In questa edizione la percentuale di intervistati che ha dichiarato di essersi rivolto a una struttura pubblica per una prestazione sanitaria è calata significativamente: i cali più rilevanti si registrano per gli esami di laboratorio (-24%) e per i piccoli interventi ambulatoriali (-22%). Non solo: cala anche la fruizione delle principali prestazioni sanitarie, come il ricorso ai medici di famiglia e pediatri (dal 64% nel 2019 al 48% nel 2022), la diagnostica strumentale (dal 50% al 41%), le cure odontoiatriche (dal 44% al 36%) e gli esami di laboratorio (dal 66% al 59%). Inoltre, chi accede alle principali prestazioni sanitarie sembrerebbe avere un reddito più alto (nel caso delle visite specialistiche il 67% sono coloro che hanno un reddito mensile familiare superiore ai 2.500 euro). Il 32% degli italiani, infatti, dichiara di aver rinunciato a prestazioni sanitarie nell’ultimo anno e di questi ben il 61% ammette di averlo fatto per motivi economici. In questo senso, al primo posto nella lista di desiderata i possessori e non di una polizza salute concordano nella richiesta di un ampliamento dell’offerta con prestazioni non coperte dal Servizio Sanitario Nazionale.

In generale, gli italiani riconoscono in media, su una scala da 1 a 10, un voto di 6,3 per il Sistema Sanitario Nazionale e una media di 7,1 per la Sanità Privata (in calo rispetto all’edizione precedente). Si registrano, invece, dati positivi nei confronti delle farmacie, che sembrano essere diventate uno dei presidi medici di prossimità anche per il Nord, in particolare per i giovani, che dichiarano di ricorrere alla farmacia per supporto sanitario (come consulenze o analisi base).