Tutto sulle piante medicinali

A colloquio con Enrica Campanini autrice del Dizionario di fitoterapia e piante medicinali giunto alla  terza edizione, ampliata e totalmente rinnovata, con un vasto e documentato panorama sulle caratteristiche e l’utilizzo terapeutico di 300 fitocomplessi.

Enrica Campanini

Le trecento piante trattate nel testo sono state arricchite nel contenuto scientifico, con particolare attenzione posta nell’evidenziare le più moderne osservazioni cliniche in campo fitoterapico e le eventuali interazioni, tossicità ed effetti collaterali a cui si può andare incontro nel loro utilizzo o nella loro integrazione coi farmaci. Tutte le affermazioni e i dati sono riportati con puntuale e contestuale segnalazione bibliografica, ed anche la corposa bibliografia è stata aggiornata e ampliata.

Dottoressa Campanini quali sono le finalità del Dizionario?

Ho voluto realizzare un libro di consultazione e di studio, prima di tutto per me stessa, e metterlo poi a disposizione dei colleghi e degli altri operatori del settore: un utile e pratico strumento di lavoro, che il farmacista può tenere sul banco. Penso infatti che risponda a un’esigenza reale e concreta, andando a coprire una lacuna nella letteratura disponibile in materia, come dimostra il successo ottenuto sin dalla prima edizione. Il libro nasce sia da una lunga serie di studi sulle piante sia dalla mia esperienza professionale come medico. Nella mia lunga attività di ricerca e raccolta del materiale, la cui mole andava aumentando negli anni, mi sono resa conto di quanto la letteratura in proposito fosse dispersa, parziale, di difficile reperimento, spesso lacunosa e a volte contraddittoria. Mi sono quindi dedicata a un intenso lavoro di revisione, scrematura e razionalizzazione, per arrivare ad avere e a dare un panorama coerente e quanto più possibile completo dell’esistente, che ho raccolto in un libro di consultazione e di studio, chiaro e accessibile.

Come è organizzato il contenuto del volume?

Le trecento piante sono elencate in ordine alfabetico, in base al nome latino della classificazione botanica, e viene riportato anche il nome comune in italiano, in francese, in inglese, in tedesco e in spagnolo. Si va da Abrus precatorius L. (rispettivi nomi comuni nelle diverse lingue: Fagiolo corallino / Albero dei rosari, Jequirity / Liane-réglisse, Jequirity / Indian liquorice, Paternosterersbe; Regaliz americano) a Zizyphus jujuba Miller / Zizyphus vulgaris Lam. (Giuggiola, Jujubier, Jujube, Hinesische Jujube, Azufafifo). Prima delle schede vi sono le presentazioni alle tre edizioni del libro, a partire dalla prima di Margherita Hack. Vi sono poi diversi indici (indice dei nomi scientifici, indice dei nomi comuni, indice delle abbreviazioni e delle sigle) e il dizionarietto inerente alla classificazione botanica con le abbreviazioni per autore. Conclude il volume la ricca bibliografia, puntuale e aggiornata. Un cenno particolare merita l’apparato iconografico, che rappresenta un valido strumento per coloro che desiderano conoscere anche le immagini delle piante medicinali descritte nel testo: è composto da trecento foto scattate in massima parte da mio marito, Angelino Mereu, che in quasi trent’anni di attività fotografica ha raccolto più di tremila foto di piante medicinali.

Come sono strutturate le schede e quali informazioni vengono date per ogni singola pianta?

Ad ogni pianta è dedicata una iniziale scheda di sintesi che oltre al nome in diverse lingue, come già detto, indica la famiglia, la parte utilizzata, i costituenti e le attività principali ed infine l’impiego terapeutico. Per fare un esempio concreto, nella scheda della Boswellia serrata L. (una delle nuove piante introdotte in questa terza edizione) si riporta che è della famiglia delle Burseraceae, che la parte utilizzata è la resina oleo-gommosa, che i costituenti principali sono gli acidi boswellici (con relativa specificazione di dettaglio) e l’olio essenziale (idem), che l’attività principale è antinfiammatoria e che l’impiego terapeutico è consigliato negli stati infiammatori associati ad asma, nell’artrite, artrosi e artrite reumatoide, nella colite ecc. Dopo questa iniziale serie di dati sintetici si passa a trattare l’utilizzo medico della pianta, la sua tossicità, le interazioni e gli effetti secondari, le forme farmaceutiche e la posologia, le eventuali note di galenica, la farmacopea e il formulario. A concludere la trattazione di ogni singola pianta vengono riportate alcune “curiosità” di carattere storico, medico e culturale, e le note bibliografiche.

Qual è il suo approccio di fondo alla trattazione delle piante medicinali e alle modalità del loro utilizzo?

Ritengo che in fitoterapia siano due gli aspetti fondamentali da sottolineare, vale a dire l’importanza dell’utilizzo della pianta come fitocomplesso e il suo impiego in una logica di medicina integrata. Personalmente, nella pratica professionale come nell’attività di studio e ricerca, ho sempre cercato di allargare i miei orizzonti e di ricercare e approfondire altri approcci terapeutici, come l’omeopatia e la fitoterapia, recandomi anche all’Università di Montpellier, in Francia, dove al termine di un corso biennale ho ottenuto il Diploma Universitario in Fitoterapia e Piante Medicinali. La medicina infatti è una sola ed è finalizzata a un unico obiettivo, il benessere del paziente. In tale ottica le piante medicinali sono uno strumento terapeutico in più a disposizione del medico per curare la persona nella sua totalità: in alcuni casi permettono di evitare il ricorso al farmaco, in altri lo vanno ad affiancare per alleviarne gli effetti collaterali. Per quanto concerne invece il primo aspetto a cui accennavo, è importante ribadire che proprio utilizzando la pianta come fitocomplesso, quando possibile, si ottengono ottimi risultati, non solo per gli effetti sintomatici a cui si può arrivare, più delicati rispetto al farmaco, ma anche e soprattutto in termini di riequilibrio globale del benessere del paziente. In un’ottica di ecologia della salute dobbiamo infatti trattare la persona nella sua totalità, utilizzando la pianta nel modo migliore, vale a dire anch’essa nella sua pienezza, come fitocomplesso.

Giovanni Bernuzzi

 

L’AUTORE

Enrica Campanini laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Firenze nel 1982, Enrica Campanini svolge dal 1985 la libera professione, come medico esperto in Fitoterapia e Omeopatia. Nel 1990 ha conseguito in Francia il Diploma Universitario in Fitoterapia e Piante Medicinali presso l’Università di Montpellier. Ha collaborato dal 1989 con il CISDO (Centro Italiano Studi e Documentazione in Omeopatia), ha tenuto numerosi corsi e seminari presso varie Università ed è stata responsabile della direzione didattica della Scuola Nazionale di Fitoterapia per medici e farmacisti (CISDO). Con Tecniche Nuove, oltre al Dizionario di fitoterapia e piante medicinali (uscito in prima edizione nel 1998 e in seconda nel 2004, entrambe con numerose ristampe) Enrica Campanini ha pubblicato: Fitoterapia e obesità (1994), Manuale pratico di gemmoterapia (1996, seconda edizione nel 2005), Ricettario medico di Fitoterapia (2000), Menopausa… meno paura (2000), Fitopediatria (2002) Sovrappeso e cellulite (2005), Terapie complementari in geriatria (con Stefania Biondo, 2011).