Tumore al polmone: al via lo studio di una nuova combinazione per il trattamento

Ha preso il via presso l’Istituto Nazionale dei Tumori Regina Elena uno studio internazionale volto a valutare l’efficacia della combinazione tra innovativo vaccino sperimentale e chemioterapia nel trattamento di seconda linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, metastatico

Nel 2019 in Italia sono stati stimati 42.500 nuovi casi di tumore del polmone, di cui 29.500 negli uomini e 13.000 nelle donne. Si tratta della seconda neoplasia in termini di frequenza tra quelle diagnosticate nel sesso maschile mentre è la terza neoplasia più frequente nella donna. La possibilità di sviluppare un tumore del polmone nell’arco della vita è pari a 1:11 negli uomini e 1:39 nelle donne. Nonostante i grandi avanzamenti della medicina negli ultimi anni e la svolta data dall’introduzione delle immunoterapie, in casi ancora numerosi di carcinoma polmonare vengono sviluppate resistenze che modificano i risultati attesi dai trattamenti.

Lo studio di fase 2 dell’IRE

Presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (Ire) è stato avviato uno studio innovativo che vede il coinvolgimento di 20 centri italiani e altrettanti francesi e spagnoli, cui probabilmente andranno ad aggiungersene altri, che intende valutare l’efficacia di una nuova combinazione di farmaci. Lo studio si concentra sulla combinazione tra un innovativo vaccino sperimentale basato su neoepitopi abbinato a chemioterapia nel trattamento di seconda linea in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico. Questo studio di fase 2 è disegnato a tre “bracci”: un gruppo viene seguito con terapia classica e gli altri due con combinazione di vaccino sperimentale in associazione con taxolo o nivolumab, un inibitore del checkpoint immunitario.

I risultati attesi e l’arruolamento dei pazienti

Lo studio parte dall’ipotesi che la combinazione del vaccino terapeutico, che determina l’attivazione dei linfociti T, possa ottimizzare l’efficacia di un checkpoint inibitor o di un trattamento chemioterapico in pazienti che hanno sviluppato, in prima linea, una resistenza all’immunoterapia.

«Siamo molto lieti di annunciare l’arruolamento del primo paziente in questo studio di fase 2 che valuta una nuova opzione terapeutica – ha commentato Federico Cappuzzo, direttore dell’Oncologia Medica 2 dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, responsabile e coordinatore dello studio – Non vediamo l’ora di valutare questa combinazione di seconda linea di agenti immunoterapeutici nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico con progressione della malattia, una popolazione che necessita di nuove opzioni di trattamento». Lo studio presuppone l’arruolamento di 105 pazienti ed è sostenuto dalla fondazione oncologica ForT.

Verso nuove frontiere dell’immunoterapia

«Questo nuovo studio – ha sottolineato Gennaro Ciliberto, direttore scientifico dell’Ire – proietta il nostro Istituto sempre di più verso le nuove frontiere dell’immunoterapia dei tumori con un approccio altamente innovativo che mira a colpire le alterazioni genetiche specifiche del tumore di ogni paziente».