Indagine “Pain in Italy” traccia un quadro aggiornato sulla gestione del dolore cronico

Dolore cronico: circa la metà degli italiani ne soffre, è legato in genere a patologie di natura artrosica e, nella maggior parte dei casi, non è accompagnato da un trattamento terapeutico adeguato. È quanto emerso dall’indagine presentata nei giorni scorsi a Milano “Pain in Italy”, promossa da Movimento consumatori in collaborazione con il Centro studi Mundipharma.

dolore cronico ginocchio

La ricerca è stata condotta da ottobre a dicembre 2015 su un campione di oltre 2.200 italiani in età adulta, attraverso la compilazione di un questionario online e tramite interviste realizzate da volontari negli sportelli associativi presenti in otto città italiane, con l’obiettivo di tracciare un quadro aggiornato sulla situazione del dolore cronico in Italia.

 

L’indagine ha dunque evidenziato come il 46,4% del campione soffra di questa malattia: nella quasi totalità dei casi, il dolore perdura da più di 6 mesi. In 7 casi su 10, le condizioni fisiche sono tali da compromettere la qualità di vita, con importanti ripercussioni sullo svolgimento delle attività quotidiane sul riposo notturno e sulle mansioni lavorative. Tuttavia, nonostante il 90% degli intervistati sia colpito da una sofferenza di intensità moderata-severa, essi non ricevono un trattamento terapeutico adeguato. In più della metà dei casi, la sintomatologia dolorosa non viene misurata in maniera costante durante ogni visita.

Un paziente su 3 non riceve alcun trattamento mentre a coloro che sono sottoposti a un regime terapeutico spesso sono somministrate cure inappropriate, caratterizzate soprattutto da farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), il cui impiego è sconsigliato nelle terapie di lungo periodo a causa dei gravi danni che possono determinare a livello gastrico e cardiovascolare. È invece ancora limitato l’utilizzo di oppioidi forti, farmaci d’elezione per il trattamento del dolore sia moderato che severo.

«Siamo soddisfatti delle numerose adesioni riscosse dall’indagine “Pain in Italy”, segno che si tratta di una problematica di forte attualità. Il prossimo passo consisterà nel monitoraggio del recepimento della Legge 38/2010 (Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore) da parte delle Regioni: solo tramite una sua attuazione i cittadini potranno ricevere cure sempre più efficaci», ha commentato Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori.

«Dalla ricerca emerge in ogni caso una situazione italiana ancora preoccupante: è aumentata in modo rilevante la percentuale di cittadini che soffrono di dolore persistente, con una prevalenza di patologie artrosiche. Soprattutto, occorre compiere ancora un grande sforzo per sensibilizzare gli operatori sanitari sulla valutazione del dolore e sull’appropriatezza del suo trattamento, quale obiettivo etico e assistenziale fondamentale per assicurare una migliore qualità delle cure erogate», ha dichiarato Vittorio Schweiger, ricercatore universitario e direttore della Struttura Semplice Terapia del Dolore nell’azienda ospedaliero universitario integrata di Verona,

«L’indagine dimostra che nel nostro Paese la gestione del dolore è ancora tutt’altro che ottimale. L’uso ancora limitato dei farmaci oppioidi deriva da retaggi culturali e timori infondati circa i presunti rischi di dipendenza. Per questo, in Italia si ha il più basso consumo di oppiacei a scopo analgesico dell’Occidente, come mostrano dati recenti», ha concluso Marco Filippini, general manager di Mundipharma Italia.