Vaccini in farmacia, il punto della situazione con Cosmofarma

Vaccini anti-Covid

Cosmofarma

L’introduzione dei vaccini in farmacia rimane uno dei temi caldi del momento, anche se i problemi connessi al monodose Johnson & Johnson hanno fatto slittare l’avvio della campagna di circa un mese. Quando si partirà? E con quali vaccini? Proviamo a fare chiarezza

La somministrazione del vaccino da parte del farmacista nelle farmacie di tutta Italia (come previsto dall’accordo quadro siglato il 29 marzo 2021) è uno dei temi caldi del momento. Tuttavia, le recenti vicende che hanno interessato il vaccino AstraZeneca prima e il monodose di Janssen, Johnson & Johnson, poi (per decisione di Aifa, Agenzia italiana del Farmaco, dovranno essere somministrati a soggetti di età superiore ai 60 anni) hanno sparigliato le carte, determinando imprevisti e ritardi anche sulla partenza della campagna vaccinale in farmacia che, verosimilmente, prenderà avvio ad inizio giugno.

«Il fatto di essere stati coinvolti sul campo per le vaccinazioni con un ruolo autonomo, diverso da quello del medico, è un riconoscimento professionale grandissimo« ha sostenuto Marco Cossolo, presidente di Federfarma, in apertura dell’evento #4CHIACCHIERECON – I vaccini in farmacia, promosso da Cosmofarma lo scorso 26 aprile e moderato da Roberto Valente, Consigliere Delegato di BOS Srl.

«La pandemia – ha quindi proseguito – ha rappresentato l’occasione per i farmacisti di ribadire la propria centralità al fianco del cittadino. Con l’estensione della campagna vaccinale alle farmacie, per mezzo del farmacista si modifica il ruolo di quest’ultimo, che diventa un operatore sanitario a tutto tondo».

Per acquisire questa nuova competenza, il farmacista ha bisogno di formazione. A tal proposito Utifar (Unione Tecnica Italiana Farmacisti), ben prima dell’emergenza in atto, aveva promosso un corso per i farmacisti vaccinatori, nell’ottica dell’auspicata farmacia dei servizi. «Il corso era nato in riferimento alla vaccinazione anti-influenzale, che è una pratica abituale in farmacia in 16 Paesi Europei – ha dichiarato Eugenio Leopardi, presidente di Utifar – La vaccinazione anti-Covid rappresenta per le farmacie un importante cambio di passo nella direzione di un farmacista sempre più fornitore di servizi al cittadino». Andrea Mandelli, presidente di Fofi (Federazione Ordini Farmacisti Italiani), ha parlato a tal proposito addirittura di «svolta epocale».

Quante farmacie e quali vaccini

L’adesione delle farmacie è stata superiore alle attese. Hanno già aderito 11.400 farmacie, pari al 62% del totale, ma si tratta di una cifra ancora in crescita, si potrebbe presto raggiungere il traguardo delle 12mila strutture.

Il piano vaccinale inizialmente prevedeva l’utilizzo del monodose Johnson e Johnson, proprio al fine di vaccinare in maniera agile la popolazione “in età lavorativa”, compresa tra i 18 e i 60 anni. Non esistono tuttavia restrizioni normative di sorta per l’utilizzo di altri vaccini in farmacia. «Le restrizioni imposte all’utilizzo di Johnson & Johnson stanno portando a rivalutare l’opzione Pfizer, già contemplata in Toscana, Regione in cui le farmacie ne garantiscono l’approvvigionamento ai medici di base. Anche se la catena del freddo pone alcuni problemi legati alla conservazione, troveremo una soluzione che possa garantire sicurezza tanto ai pazienti quanto ai professionisti coinvolti» ha spiegato Cossolo.

Il corso dell’Istituto Superiore di Sanità

«I clienti vogliono venire da noi per il vaccino. Riceviamo almeno dieci telefonate al giorno per sapere quando potremo iniziare a vaccinare – ha sostenuto Giorgio Vecco, titolare della Farmacia Vecco di Torino. – Per noi è stato un anno faticoso, ma professionalmente molto gratificante, perché abbiamo finalmente assistito al pieno riconoscimento del nostro ruolo da parte della clientela. La vaccinazione in farmacia è un’importante upgrade per la nostra professione, ma dobbiamo arrivare all’attuazione adeguatamente preparati. Nella mia farmacia stiamo seguendo tutti il corso abilitante, indipendentemente da chi poi effettivamente eseguirà le somministrazioni».
Il percorso formativo dell’Istituto Superiore di Sanità si articola in due corsi obbligatori. Il primo (“Campagna vaccinale Covid-19: la somministrazione in sicurezza del vaccino anti Sars-CoV-2/Covid-19) è un corso di base propedeutico alla seconda parte (“Campagna vaccinale Covid-19: focus di approfondimento per la somministrazione in sicurezza del vaccino anti Sars-CoV-2/Covid-19 nelle farmacie). Tra i temi al centro di questo secondo corso, i metodi di preparazione del vaccino, i requisiti tecnico-strutturali e organizzativi per effettuare in sicurezza il servizio in farmacia, il triage pre-vaccinale, la gestione dell’emergenza. «Per quanto riguarda la parte pratica, le prime 5 vaccinazioni saranno poi eseguite in presenza di un medico o di un infermiere già abilitato alla somministrazione vaccinale» spiega Vecco.

Un passo importante verso la medicina territoriale

La gestione della pandemia, con i tamponi rapidi in farmacia e ora la campagna vaccinale, è stata la prima vera esperienza in cui il medico e l’infermiere hanno lavorato insieme al farmacista in assenza di conflitto di interesse. «Il nostro servizio sanitario nazionale ha mostrato i suoi limiti con questa pandemia dimostrandosi troppo “ospedalo-centrico”, focalizzato eccessivamente sull’acuto e troppo poco sulle cronicità. Un’esperienza come questa potrebbe rappresentare un primo passo nella direzione di una riforma del sistema sanitario verso una medicina di prossimità assicurata dalla presenza capillare di team di medicina territoriale» ha concluso Marco Cossolo.

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