Quando fa freddo e l’irraggiamento solare è ridotto alcune zanzare entrano in una fase di diapausa, molto simile al letargo durante la quale sono immobilizzate e non pungono. Le temperature sempre più miti e l’illuminazione notturna, invece, stanno riducendo al minimo la fase di diapausa e dunque le zanzare sono attive tutto l’anno. Nell’ultimo decennio sia in Italia sia in Europa sono aumentate in maniera quasi esponenziale le segnalazioni di casi autoctoni e importati di malattie trasmesse da zanzare e altri vettori ovvero delle cosidette arbovirosi. «Fra le più rilevanti in questo senso sicuramente si noverano la febbre West Nile (West Nile Fever), causata da un virus trasmesso dalle zanzare autoctone della specie Culex pipiens, le zanzare notturne. Dal 2020 abbiamo segnalato nel nostro Paese anche casi autoctoni di febbre dengue, sempre di origine virale, e trasmessa dalla ben nota zanzara tigre Aedes albopictus. Sono entrambe malattie importanti, che possono infettare l’uomo attraverso la puntura di una zanzara infetta» spiega Sara Epis docente di Parassitologia e malattie parassitarie del Dipartimento di Biocienze dell’università Statale di Milano.

Negli ultimi mesi molto si parla di dengue, una malattia conosciuta da due secoli il cui vettore principale, almeno nell’emisfero occidentale è la zanzara Aedes aegypti, anche se si sono registrati casi trasmessi da Aedes albopictus. In Europa una potenziale diffusione della dengue costituisce un pericolo in un’ottica di salute globale, dato che si manifesta soprattutto come malattia di importazione, il cui incremento è dovuto all’aumentata frequenza di spostamenti di merci e di persone. Per ridurre il rischio di epidemie di dengue, il mezzo più efficace è la lotta sistematica e continuativa alla zanzara che funge da vettore della malattia. Per farlo l’unico mezzo è eliminare tutti i ristagni d’acqua in prossimità delle zone abitate, ed effettuare vere e proprie campagne di disinfestazione che riducano la popolazione di Aedes. «Il Ministero della Salute tramite un recente comunicato ha invitato le Regioni a predisporre tutte le misure previste dal Piano Nazionale di Prevenzione (PNA)- spiega ancora la professoressa Epis che aggiunge-   In particolare,  si invita proprio alla predisposizione, previa programmazione,  di misure locali di monitoraggio e di contrasto alle zanzare vettori, aliene ed autoctone; ad individuare tutti i potenziali siti a rischio di introduzione di nuove specie di zanzare invasive; a provvedere alle attività per una corretta comunicazione che aumentino la consapevolezza del rischio dengue in ambito pubblico».

Contrarre la dengue può comportare febbre anche molto alta nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini. Non esiste un trattamento specifico per la malattia: nella maggior parte dei casi si guarisce entro  due settimane, grazie a riposo assoluto, antipiretici, abbondante idratazione. Non esistendo trattamenti specifici per la malattia, l’arma migliore è la prevenzione attraverso  l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere e tende. Dato che le zanzare sono più attive all’alba e al tramonto, è particolarmente importante utilizzare le protezioni in questa parte della giornata.

Sempre ai fini della prevenzione delle punture di zanzare la professoressa Epis raccomanda:  «Consiglio di utilizzare prodotti a base di principi attivi ad azione repellente registrati come Presidi Medico Chirurgici (PMC) presso il Ministero della Salute. I prodotti più efficaci sono quelli che contengono principi attivi come: dietiltoluamide (DEET), Icaridina (KBR 3023), etilbutilacetilaminopropionato (IR3535) e Paramatandiolo (PMD oCitrodiol)». «Sono disponibili in diversi formati: spray, lozioni, roll-on, salviette, creme. La durata dell’efficacia dipende dalla concentrazione del principio attivo: più è alta la percentuale di principio attivo, più la protezione dura per ore. L’efficacia e la durata dell’azione protettiva dipendono inoltre anche da altri fattori, quali la sudorazione, lo strofinamento, la temperatura, etc. Infine, per proteggersi è utile vestirsi con abiti lunghi, possibilmente chiari, per poter individuare le zanzare» conclude la docente.