Un algoritmo per il diabete

Luca PaniÈ stata una prima testimonianza di collaborazione possibile tra Autorità regolatoria, (Aifa) e società scientifiche quali la Società Italiana di Diabetologia (Sid) e l’Associazione Medici Diabetologi (Amd), quella dimostrata alla presentazione del nuovo algoritmo realizzato per la gestione del diabete mellito di tipo 2 (T2dm). Si tratta di un innovativo sistema online, disponibile ad accesso libero sul Portale Aifa nella sezione «Percorsi Decisionali sui Farmaci», in grado di definire il percorso logico ottimale per la definizione della terapia personalizzata per il trattamento di questa patologia che ha ormai raggiunto le dimensioni di una pandemia.
I numeri al 2012, citati da Enzo Bonora, presidente Sid, parlano chiaro: su una popolazione di 60 milioni circa, i diabetici noti sono circa 3.750.000 (tipo 1 e tipo2) ciò significa che una persona su 16 è diabetica e ne è consapevole. Una consapevolezza che include una cronicità di lunga durata, una patogenesi sistemica con conseguente danno d’organo sistemico, e complicanze gravissime e disabilitanti. Insomma una patologia tanto complessa da richiedere l’impegno di molti professionisti mentre il paziente resta sempre e comunque un unicum. Ecco nascere la necessità di perseguire con tempestività, l’appropriatezza e la personalizzazione delle cure. Per Antonio Ceriello, presidente Amd, si tratta di «un obiettivo utile non solo al sistema sanitario, ma anche a medici e cittadini, perché permette un miglior utilizzo delle risorse. Di fronte al progressivo invecchiamento della popolazione e all’aumento del carico delle patologie croniche, infatti, non è più pensabile dare tutto a tutti. D’altro canto, non è neanche ipotizzabile limitare – per meri fini economici – l’impiego delle innovazioni terapeutiche. Oggi, per curare il diabete, disponiamo di 10 classi di farmaci; sappiamo che quanto prima affrontiamo con le cure farmacologiche la malattia, tanto migliori saranno i risultati nel medio e lungo termine; abbiamo imparato a non pensare solo alla glicemia delle persona, ma alla persona con diabete nel suo complesso, al suo stile di vita, alle sue eventuali fragilità: la terapia deve essere personalizzata e individualizzata». La sfida al diabete va raccolta quindi con la giusta informazione e consapevolezza da parte del paziente dei suoi familiari dei medici e di tutti gli operatori sanitari coinvolti, nonché dei politici. L’algoritmo Aifa non è una Linea Guida ma, in considerazione della crescente disponibilità e varietà di farmaci ipoglicemizzanti, si propone di fornire agli operatori sanitari e ai pazienti una “guida” all’approccio terapeutico individuale il più possibile aggiornata e di facile utilizzo. Il tutto, nell’obiettivo di armonizzare le più recenti evidenze scientifiche, con la necessaria appropriatezza prescrittiva e il rispetto della rimborsabilità sostenibile a carico del Servizio Sanitario Nazionale. «Vorrei sottolineare», commenta il direttore generale dell’Aifa Luca Pani, «che la base dell’approccio terapeutico al T2dm è costituita dalla modifica e soprattutto dal mantenimento di uno stile di vita salutare da parte del paziente. Migliorare le proprie abitudini alimentari, ricorrere periodicamente all’esercizio fisico e tenere sotto controllo il peso sono aspetti da adottare e incoraggiare anche nel prosieguo della malattia.
«La terapia farmacologica aggiuntiva», specifica Pani, «va quindi intrapresa o modificata prontamente nel caso in cui queste misure si rivelino insufficienti a raggiungere o mantenere l’obiettivo glicemico individuato».
Diviso in tre sezioni: la prima dedicata a individuare l’obiettivo glicemico attuale del paziente, la seconda e la terza a orientare la scelta della terapia, l’algoritmo è sviluppato per pazienti con neo diagnosi e/o non ancora in trattamento farmacologico; tuttavia è possibile utilizzarlo anche nel caso di pazienti già in terapia ipoglicemizzante.

Maria Elisabetta Calabrese