L’apprezzamento non era così scontato, almeno da parte della popolazione giovane. Invece, complice la pandemia, gli adolescenti hanno scoperto un nuovo feeling con il farmacista e la farmacia, luogo fiduciario in cui ricevere la terapia, ma anche di incontro e di ascolto in cui trovare adeguate risposte e consigli a bisogni di salute o in relazione a pratiche di quotidianità.

Lo ha attestato l’indagine sugli stili di vita degli adolescenti in Italia, edizione 2023, condotta su un campione nazionale rappresentativo di 5.670 studenti tra i 13 e i 19 anni, realizzata annualmente da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD, con il supporto operativo di Mediatyche s.r.l.

La croce verde

È stato l’unico richiamo, sanitario e sociale, per l’intera popolazione in epoca pandemica: il solo presidio di salute disponibile sul territorio, “aperto” al pubblico e alle sue esigenze, prevalentemente sanitarie. Anche per i giovani, poco avvezzi alla frequentazione di luoghi della cura trovando in farmacia, al servizio del cittadino, e nei suoi professionisti una occasione ponte tra problematiche contingenti, dall’acquisto delle mascherine, e risposte a tematiche tipiche dell’età.

Incentivati dall’indagine a profilare la possibile farmacia del futuro, gli adolescenti hanno le idee chiare: auspicano che non sia solo un presidio per la dispensazione di farmaci e/o di altri prodotti, ma anche un luogo di consultazione, di confronto con un esperto di salute da cui ricevere adeguate informazioni, con cui chiarire dubbi in tema di salute.

«I giovani – spiega Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza – sono confidenti di trovare nel farmacista un valido interlocutore, dopo il genitore in primis e poi il pediatra e/o il medico, e un luogo sul territorio in grado di accogliere, adempiere e ascoltare, le loro richieste, non strettamente sanitarie».

La voce del farmacista

Esperienze e testimonianze sul campo confermano il percepito fra gli adolescenti emerso dall’indagine: «I giovani, le cui insicurezze, fragilità e stati di ansia sono aumentati in seguito pandemia – dichiara la dottoressa Clara Mottinelli, presidente Federfarma Brescia – entrano in farmacia con domande e richieste che riguardano anche consigli per terapie per lo svolgimento di semplici attività.

Come farmacisti, ancora prima di Covid, abbiamo avviato e condotto iniziative all’interno delle scuole di formazione/educazione sanitaria su temi specifici, trovando nei giovani un terreno fertile, attento e in ascolto. La pandemia, il lavoro svolto e la disponibilità dei farmacisti hanno contribuito a qualificare la farmacia come luogo sicuro e indispensabile per i cittadini, a beneficio dell’intera popolazione, anche delle fasce più giovani che siamo riusciti a conquistare in termine di apprezzamento».

La farmacia evolve, dunque, dal presidio di cura a cui accede il malato a un ambiente sanitario, sociale e di relazione in cui chiedere e ricevere informazione.

La nuova farmacia

È pronta a recepire i desiderata dei giovani e degli adolescenti: «Con loro ci siamo incontrati anche nel corso della campagna vaccinale – prosegue la farmacista – organizzando degli incontri di (in)formazione in cui i ragazzi hanno posto molte domande, avviando un dialogo e un ascolto partecipati. La farmacia e le nostre farmacie, anche in relazione a queste esperienze positive, devono continuare a fare rete, a offrire continuità in ambito di campagne di educazione sanitarie su temi specifici o di interesse dei giovani, utilizzando linguaggi nuovi per accattivare le loro curiosità ed essere di aiuto ai loro bisogni».

In una nuova farmacia dei servizi sarebbe utile instaurare e promuovere una relazione fiduciaria e una fidelizzazione con servizi specializzati, pensati appositamente per i giovani, il cui core sia l’ascolto, ossia il bisogno maggiormente espresso dai ragazzi.