L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha pubblicato i nuovi report sul monitoraggio di consumi e spesa dei biosimilari.

Il termine biosimilare indica un farmaco simile a un medicinale biologico di riferimento, detto originator, il cui brevetto sia scaduto. Biosimilare e originator, quindi, non sono identici, ma molto simili in termini di efficacia, qualità e sicurezza.

I report

I report realizzati sono sei, ognuno dei quali si concentra su un diverso argomento: consumi, variabilità regionale, prezzo medio per categoria terapeutica, costo medio per DDD, distribuzione del consumo e della spesa secondo la forma di somministrazione nel canale degli acquisti diretti, stima del risparmio.

Per quanto riguarda il trend dei consumi, il report mostra come sono cambiati i consumi dei farmaci biosimilari o dei farmaci appartenenti alla stessa categoria terapeutica, che troviamo elencati nel IV livello dell’ATC (classificazione anatomica – terapeutica – clinica), a livello regionale e nazionale.

Un altro report analizza la variabilità regionale, prendendo in considerazione le differenze regionali per quanto riguarda il consumo dei biosimilari e il loro prezzo medio. Viene valutato anche il costo medio per DDD (dose media di un farmaco assunta giornalmente da un paziente adulto, con riferimento all’indicazione terapeutica principale del farmaco stesso) e per unità posologica.

Questo dato viene messo in relazione anche con il canale di distribuzione, mettendo in evidenza le differenze regionali riguardanti l’efficienza degli acquisti e il ricorso a forme di distribuzione alternative per i farmaci inseriti nell’elenco della continuità ospedale-territorio (A-PHT).

I costi

La valutazione del costo medio per DDD inizia nel 2016 e finisce con l’ultimo mese per il quale sono disponibili i dati. L’analisi del trend del prezzo medio per categoria terapeutica delinea l’evoluzione del costo medio dei biosimilari e dei corrispondenti originator, valutando le differenze tra le regioni.

Viene presa in considerazione anche la via di somministrazione, con particolare riferimento alle vie sottocutanea e endovenosa, per verificarne l’utilizzo regionale.

Infine, AIFA fornisce una stima del potenziale risparmio in ogni regione per gli acquisti dei farmaci biosimilari. Le analisi, precisa l’AIFA, sono state eseguite a partire dal gennaio 2021 fino all’ultimo mese disponibile per l’anno in corso, mentre quelle riguardanti la variabilità regionale si concentrano sul 2022.

In conclusione

L’obiettivo di questi monitoraggi, oltre a promuovere l’utilizzo dei biosimilari, è quello di ottimizzare l’efficacia delle gare regionali, poiché i dati hanno dimostrato una notevole eterogeneità a questo livello, con grandi differenze in termini sia di consumo che di prezzi.

È, quindi, auspicabile che le regioni in cui si registrano i consumi più bassi mettano in atto interventi che possano aumentare la fiducia degli operatori sanitari nei confronti di questi trattamenti e la loro consapevolezza riguardante i vantaggi in termini di sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.