È stato diffuso dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) nei giorni scorsi un “Report riepilogativo del monitoraggio dei farmaci antivirali e degli anticorpi monoclonali per il COVID-19”. Il documento riepiloga i dati e le attività di monitoraggio condotti in un intervallo temporale di 964 giorni (circa 2 anni e mezzo).

Le attività di monitoraggio in questo lasso temporale sono state condotte, oltre che per informare il Ministero della Salute e la Struttura Commissariale sull’andamento di tali medicinali durante il periodo dell’emergenza Covid, anche per ottimizzare le giacenze comunicate dalle diverse Regioni e, quindi, per cercare di minimizzare eventuali condizioni di carenza localizzata dei prodotti.

Il caso Paxlovid

Dal report, in particolare, emerge che fino allo scorso 3 luglio, sono stati dispensati 129.415 trattamenti con Paxlovid. Di questi, la maggior parte, ossia 86.561, sono stati distribuiti direttamente sul territorio tramite le farmacie.

Un caso emblematico, dunque che conferma «il ruolo decisivo che hanno avuto i farmacisti di comunità per rendere più facile e tempestivo l’accesso a questo farmaco salva-vita e, più in generale, per la tutela della salute dei cittadini durante la pandemia» ha affermato Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) commentando i dati emersi dal report.

Secondo Mandelli, dunque, è «del tutto evidente che bisogna puntare sulla prossimità per semplificare l’accesso alle cure ai pazienti e ai loro caregiver, ma anche come elemento di efficienza per il Servizio sanitario».

Poter ritirare direttamente il farmaco in farmacia durante la pandemia, infatti, ha evitato il rischio di sviluppare la malattia grave, «potendo contare sulla professionalità e sulla capillarità del farmacista di comunità, anche nelle aree più interne dove spesso le farmacie rappresentano l’unico presidio sanitario».

Una lezione per il futuro

Il presidente, commentando i dati Aifa, ha suggerito, quindi, di «riflettere sulla necessità di non sprecare la lezione del Covid per costruire le politiche sanitarie del futuro che riguardano da vicino anche la distribuzione del farmaco. La Federazione, già da tempo, ha proposto di riportare sul territorio la dispensazione di tutti i medicinali che per le loro caratteristiche non necessitano di essere gestiti in ambito ospedaliero».

A questo proposito, Mandelli ha concluso sottolineando l’importanza della capillarità del servizio farmaceutico che è «essenziale per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini», invitando il Governo «ad accogliere al più presto la nostra proposta».