Cannabis terapeutica: il dilemma delle spedizioni

cannabis

Ritorniamo a parlare di cannabis a commento di una circolare emessa dalla Direzione generale dei Dispostivi medici e del Servizio Farmaceutico. Il documento è stato pubblicato in seguito alle richieste di chiarimento dei farmacisti sulle modalità di allestimento e dispensazione di preparati a base di cannabis terapeutica, dopo la pubblicazione della monografia dell’estratto standardizzato nella farmacopea tedesca. Nel testo sono state fornite alcune precisazioni sulle attività di buona preparazione per questi medicinali in farmacia. Tra i punti trattati, nella circolare viene esclusa la possibilità di allestire formule officinali a base di cannabis; si chiarisce l’impossibilità di allestire forme farmaceutiche o vie di somministrazione diverse da quanto previsto dal DM 9/11/2015 ponendo un vincolo alle numerose preparazioni prescritte senza l’esistenza di pubblicazioni scientifiche che ne supportino l’efficacia. La precisazione che ha sollevato discussioni tra i farmacisti preparatori è stata quella relativa al divieto di spedizione della cannabis, come indicato nel DPR 309/90 per tutti gli stupefacenti.

Ad essere sinceri, non possiamo davvero sorprenderci per questa affermazione: sapevamo da tempo che le spedizioni di cannabis non erano lecite, ma solo tollerate. Ed è inutile negarlo, chi spediva sapeva di trovarsi in una posizione borderline. Il Ministero ha voluto fugare ogni dubbio prima di rendere attuativo il divieto con l’intervento dell’autorità giudiziaria. Con la stessa onestà intellettuale dobbiamo però segnalare che tale fermezza d’intenti rischia di limitare in futuro l’accesso alla cura: la reperibilità della cannabis è ancora poco omogenea e discontinua sul territorio nazionale, sia per la carenza congenita della materia prima, sia per la particolarità delle preparazioni che richiedono abilità e strumentazioni specifiche. Ecco perché si rende necessaria al più presto l’apertura di un tavolo di lavoro tra le parti che provi ad elaborare un accordo sostenibile per tutta la filiera, ponendo le necessità dei pazienti al primo posto. Tra le ipotesi suggerite, sono favorevole al coinvolgimento di soggetti istituzionali o che già svolgono incarichi di aiuto alla cittadinanza, come per esempio la Croce Rossa e la Protezione civile, che potranno consegnare i preparati ai cittadini bisognosi come è già avvenuto durante il lockdown. Una soluzione alternativa può essere quella di consentire la produzione dell’olio di cannabis non solo alle farmacie, ma anche ad aziende autorizzate e certificate. Questa doppia strategia garantirebbe la distribuzione capillare dei preparati standardizzati nelle farmacie di tutto il Paese riuscendo a soddisfare la crescente domanda del mercato e annullerebbe l’esistenza di monopoli di produzione, come è inevitabilmente accaduto in passato. Al tempo stesso le farmacie potranno continuare ad allestire preparati magistrali ad hoc secondo le richieste dei medici e le necessità dei pazienti.