Il rapporto del PGEU pubblicato lo scorso 30 gennaio evidenzia che il problema delle carenze di medicinali persiste in tutti i Paesi europei coinvolti – 26 – e che addirittura nel 2023 si è assistito ad un suo aggravamento.

La situazione degli ultimi 12 mesi 

Tutti i paesi coinvolti dal rapporto hanno sperimentato carenze di medicinali negli ultimi 12 mesi. Rispetto all’anno precedente, 17 paesi su 26 hanno evidenziato un peggioramento della situazione (65%) a fronte di 6 paesi che non hanno riscontrato alterazioni (23%). Solo 3 paesi – Cipro, Grecia e Macedonia del Nord, hanno registrato miglioramenti rispetto al 2022.

Incremento nel numero di medicinali carenti

Numerosi i Paesi che hanno segnalato un incremento nel numero di prodotti oggetto di carenze che, nel 27% dei Paesi ha interessato oltre 600 medicinali. 

Più in generale, le carenze hanno interessato diverse classi di farmaci: dagli antibiotici ai medicinali per problemi cardiovascolari e respiratori, dagli antineoplastici agli agenti immunomodulanti ai prodotti per il sistema nervoso ai vaccini.

Nella top 3: antibiotici (84%), farmaci per il sistema nervoso (60%) e per il cuore (56%). A mancare, tuttavia, sono stati anche i dispositivi medici, evidenziati dal 69% dei rispondenti, in aumento rispetto al 2022.

I disagi per i pazienti

Tutti i Paesi rispondenti hanno dichiarato di ritenere che la carenza di farmaci causi disagi ai pazienti.

Le conseguenze più percepite sono l’interruzione del trattamento (segnalata dall’88% dei Paesi), l’aumento dei ticket a causa di alternative più costose o non rimborsate (73%) e trattamenti subottimali con ridotta efficacia (73%).

Le ricadute per le farmacie

Nella maggior parte dei Paesi (92%), le farmacie di comunità hanno subito un impatto negativo dovuto alla carenza di farmaci, con perdite finanziarie dovute al tempo investito per la loro gestione.

I farmacisti hanno evidenziato altresì una diminuita fiducia dei pazienti (77%) e una ridotta soddisfazione dei dipendenti (73%). È importante notare che quasi tutte queste percentuali sono aumentate rispetto all’anno precedente.

Quali soluzioni possono adottare le farmacie in caso di carenze

Le soluzioni disponibili per i farmacisti di comunità in caso di carenza variano significativamente tra i Paesi europei.

Tra le soluzioni più comuni, consentite nella maggioranza dei paesi del Vecchio Continente: la sostituzione dei generici (92%), preparazioni galeniche (50%) e l’aggiustamento della posologia quando lo stesso farmaco è disponibile in altro dosaggio (50%).

Tuttavia, vale la pena notare che alcune di queste soluzioni possono essere soggette a restrizioni (ad esempio, richiedono una nuova prescrizione). Ne consegue che l’implementazione di queste soluzioni può risultare macchinosa e dispendiosa sia il paziente sia per il farmacista.

Sistemi di monitoraggio e segnalazione delle carenze

Nel 69% dei Paesi esistono sistemi di segnalazione delle carenze che possono essere utilizzati dai farmacisti di comunità, a fronte di un 31% di Paesi che non ha ancora adottato sistemi di questo tipo.

Tra le cause principali di carenza indicate dai farmacisti: l’interruzione del processo produttivo (65%), strategie nazionali di prezzo e di approvvigionamento (ad esempio, le politiche di gara) (62%), e aumento imprevisto della domanda di farmaci (50%), come nel caso delle formulazioni pediatriche di antibiotici (62%).