Dal Ministero nuove Linee Guida per gestire Covid-19 a casa

CovidLinee guida gestione domiciliare

Nella nuova circolare per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19, pubblicata lo scorso 26 aprile, no a eparina, supplementi vitaminici, corticosteroidi, sì al paracetamolo, antibiotici solo in casi specifici

Firmata lo scorso 26 aprile dal Direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza la nuova circolare “Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2”, che aggiorna e integra quella dello scorso novembre.
«Una corretta gestione del caso fin dalla diagnosi consente di attuare un flusso che abbia il duplice scopo di mettere in sicurezza il paziente e di non affollare in maniera non giustificata gli ospedali e soprattutto le strutture di pronto soccorso» si legge nel documento.

CovidLinee guida gestione domiciliare

In continuità con le Linee Guida di fine 2020, resta fermo, per i casi lievi (dicitura con la quale il Ministero classifica i pazienti con una leggera alterazione termica (37,5°) tosse, diarrea, cefalea, mialgia e altri sintomi minori) il costante monitoraggio dei parametri vitali e della saturazione d’ossigeno, che non deve scendere mai sotto il 92%. In caso di febbre e dolori articolari, via libera a paracetamolo e Fans, a meno che non vi sia una chiara controindicazione al loro utilizzo.

Considerati i mancati, se non dannosi, effetti della terapia precoce con steroidi, che potrebbe addirittura inficiare su un’adeguata risposta immunitaria, le nuove Linee Guida scoraggiano l’uso di eparina, a meno che non si tratti di soggetti immobilizzati.

Il Ministero sottolinea nuovamente che non esistono evidenze circa l’efficacia di supplementi vitaminici. No, ancora, all’uso di aerosol per pazienti in isolamento domestico, in quanto potrebbe favorire la diffusione delle particelle di virus nell’ambiente. No ai corticosteroidi, a meno di manifestazioni gravi di malattia, e alle benzodiazepine, soprattutto se ad alto dosaggio, in considerazione dei rischi di depressione respiratoria. Gli antibiotici sono raccomandati solo in situazioni specifiche.

Per quanto attiene all’uso di farmaci monoclonali, la valutazione deve essere del medico (medico di medicina generale, ovvero pediatra di libera scelta o USCA) che, nel caso, deve indirizzare il paziente, con recente insorgenza dell’infezione e sintomi lievi-moderati, verso una struttura che possa garantirne il trattamento. Questo deve essere infatti avviato non oltre i 10 giorni dall’inizio della sintomatologia.

Sintomi e trattamento nei bambini

Le nuove Linee Guida chiariscono inoltre le manifestazioni dell’infezione da SARS-CoV-2 che possono presentarsi nei bambini e negli adolescenti. Si tratta per lo più d’infezione asintomatica o lieve: basti pensare che su oltre 100mila decessi occorsi in Italia, solo 19 hanno interessato l’età evolutiva, e tutti in presenza di gravi situazioni pregresse.

«In età evolutiva, quando presenti, i sintomi sono rappresentati principalmente da febbre, tosse, rinite e diarrea – si legge nell’articolo – Sintomi presenti e importanti nell’età adulta quali il dolore toracico, la dispnea, l’astenia, sono molto rari. In pazienti sintomatici è stata riscontrata raramente ipossiemia, al contrario di quanto accade negli adulti. I ragazzi più grandi, in età adolescenziale e preadolescenziale, possono accusare, invece, sintomi simili a quelli dell’adulto: alterazioni del gusto e dell’olfatto, vomito, mal di testa e dolore toracico».

Nessun trattamento è caldeggiato per gli asintomatici; per coloro che invece manifestano sintomatologia para-influenzale viene suggerita l’assunzione di paracetamolo o ibuprofene.