Di fronte a una diagnosi di dermatite seborroica nei periodi di esacerbazione il trattamento di prima scelta è rappresentato dagli shampoo a base di antimicotici, ma si possono suggerire anche prodotti a base di acido ialuronico a basso peso molecolare o trattamenti con Alukina®
Sulla cute di ogni essere umano albergano milioni di batteri, funghi e virus che compongono il microbiota cutaneo. Tutti loro nell’insieme svolgono ruoli fondamentali ai fini della protezione dell’organismo contro gli agenti patogeni invasori, nella regolazione del sistema immunitario e nella degradazione dei prodotti del metabolismo. Se la barriera cutanea subisce interruzioni a causa, per esempio, di ferite o l’equilibrio tra commensali e agenti patogeni viene ad alterarsi, possono insorgere malattie della cute o persino sistemiche. La dermatite seborroica comporta un’eccessiva produzione e un’ errata utilizzazione del sebo nelle zone della cute più ricche in queste ghiandole ovvero cuoio capelluto, tronco e volto. L’eccesso di sebo comporta, a livello del cuoio capelluto, un’alterata attività della replicazione cellulare: le cellule si sfaldano in lamelle o squame visibili a occhio nudo, untuose al tatto, giallastre e che lasciano scoperti, al distacco dalla cute, zone lucide, arrossate e maleodoranti. La dermatite seborroica del cuoio capelluto si differenzia dalla forfora essenzialmente per la presenza di grosse chiazze eritematose e pruriginose.
Cause e meccanismi d’insorgenza
Secondo gli studi più recenti alla base dello sviluppo della dermatite seborroica vi sarebbe un disequilibrio microbico cutaneo correlato con la gravità clinica con la quale la malattia si presenta nelle fasi di esacerbazione\remissione. Alla base della dermatite seborroica vi è sia un eccesso nella produzione di sebo, ma anche una sua errata utilizzazione: si assiste, infatti, a un’aumentata produzione degli acidi grassi liberi a causa dell’idrolisi dei trigliceridi del sebo ad opera dei corinebatteri e dal propinebacterium. Ecco perché si innescano reazioni immunitarie che amplificano il processo infiammatorio. In questo stato di infiammazione diffusa ben alberga, prospera e si moltiplica il Pityrosporum ovale in grado, a sua volta, di scindere i trigliceridi, normali costituenti del sebo prodotto dalle ghiandole sebacee in acidi grassi liberi dalla spiccata attività infiammatoria. Questo fungo, inoltre, produce anche altre sostanze ad azione irritante e per questo il cuoio capelluto oltre a essere desquamato risulta arrossato e pruriginoso.
Prospettive terapeutiche
Al di là della problematica che può affliggere o meno il cuoio capelluto è sempre bene ricordare che i capelli andrebbero lavati con uno shampoo che rispetti il fattore di idratazione naturale (Natural Moisturizing Factor N.M.F.) e il mantello idrolipidico del cuoio capelluto. Più nello specifico di fronte a una diagnosi di dermatite seborroica nei periodi di esacerbazione il trattamento di prima scelta è rappresentato dagli shampoo a base di antimicotici ovvero ketoconazolo, altri azoli, ciclopirox, tutti in grado di ridurre la popolazione di Malassezia e dalle spiccate proprietà antinfiammatorie. Altri trattamenti prevedono l’uso di prodotti a base di acido ialuronico a basso peso molecolare in grado di esplicare un effetto diretto sulla matrice extracellulare,ma con effetti anche sulla proliferazione cellulare, sull’angiogenesi e sull’attività infiammatoria cellulare. Si può tentare anche con l’Alukina®, un composto a base di allume di rocca, Retinil Palmitato, Acido 18-beta-glicirretico che, applicato per via topica, sotto forma di shampoo o lozione, sembra in grado di agire positivamente sulla desquamazione e la formazione di eventuali croste all’attaccatura dei capelli. I casi resistenti possono beneficiare di un approccio formulato sulla fototerapia con raggi UVB oppure a trattamento con isotretinoina. Tali trattamenti inducono una riduzione delle dimensioni delle ghiandole sebacee e di conseguenza della secrezione sebacea.
Bibliografia
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