L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha pubblicato il rapporto sulla vendita degli antibiotici utilizzati negli animali, destinati alla produzione di alimenti, relativa al 2016. Il dato è positivo: le vendite complessive di antimicrobici veterinari in tutta Europa sono diminuite di oltre il 20% tra il 2011 e il 2016.
La tendenza al ribasso degli ultimi anni è confermata e dimostra l’effetto positivo delle campagne nazionali volte a promuovere un uso prudente degli antibiotici negli animali.
Raccolta dei dati di utilizzo di antibiotici negli animali armonizzata nei paesi Ue
Il report sulla vendita degli antibiotici negli animali rientra nella strategia di monitoraggio messa in atto da Ema con il progetto European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption (Esvac). Quest’ultimo è volto a raccoglie informazioni su come sono utilizzati gli antimicrobici negli animali in tutta l’Unione europea. Il progetto, nato nell’aprile 2010 in seguito a una richiesta della Commissione europea, ha consentito di sviluppare un approccio armonizzato per la raccolta e la comunicazione di questi dati provenienti dagli Stati membri della Ue e dello Spazio economico europeo (See).
Per l’ottavo rapporto Esvac, 30 Paesi Ue più la Svizzera hanno fornito dati sulle vendite o prescrizioni di antimicrobici veterinari per il 2016. Di questi, 25 Stati membri dell’UE hanno presentato dati per l’intero periodo tra il 2011 e il 2016. La partecipazione al progetto Esvac è cresciuta in modo sostanziale: dai nove paesi iniziali ai 30 di oggi.
Il rapporto Esvac mostra anche che la situazione in tutta Europa non è omogenea. Mentre 16 dei 25 paesi che hanno fornito dati per il periodo 2011-2016 hanno visto un calo delle vendite di antimicrobici veterinari del 5% o più, sei paesi hanno registrato un aumento di oltre il 5% delle vendite nello stesso periodo.
Le classi di farmaci coinvolte
Una ripartizione per classe di antimicrobici mostra che vi è stato un calo di quasi il 40% delle vendite di polimixine per uso veterinario. Questa classe include la colistina, utilizzata come trattamento di ultima istanza in pazienti con infezioni batteriche resistenti ad altri antibiotici. Le vendite di cefalosporine di 3a e 4a generazione sono diminuite del 15,4%, mentre le vendite di chinoloni sono diminuite del 13,6%.
Tutti i dati contenuti nel rapporto sono accessibili nel database interattivo Esvac.