Federfarma Bergamo: il valore dei rimborsi dei presidi per diabetici alle farmacie lombarde è troppo basso

cura del diabete

Federfarma Bergamo esprime il suo disappunto per i nuovi prezzi di rimborso dei presidi per diabetici alle farmacie lombarde

Alle nuove modalità dispensative per le farmacie lombarde dei presidi per diabetici, in vigore da febbraio, ha fatto seguito un intervento sui prezzi di rimborso che ha suscitato il disappunto di Federfarma Bergamo.

Nel comunicato emanato dall’associazione dei titolari delle farmacie di Bergamo e provincia si legge: “Facciamo seguito alle numerose proteste delle farmacie associate, relativamente alla pubblicazione del provvedimento regionale che stabilisce i nuovi prezzi di rimborso alle farmacie degli ausili e presidi per il controllo della glicemia in regime convenzionato, nonché in regime di dispensazione per conto Ats, per esprimere il forte disappunto per la pesante penalizzazione economica che ne deriva alle farmacie lombarde.  La sola Associazione di Bergamo ha dovuto sostenere una media di 150 telefonate al giorno per richieste di chiarimenti da parte delle farmacie. Si è, infatti, partiti con un sistema informatico certamente non pronto e con poco tempo a disposizione per dare informazioni alla filiera e al cittadino”.

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Giovanni Petrosillo, presidente Federfarma Bergamo

Secondo Federfarma Bergamo, a complicare la situazione è anche la procedura di dispensazione che prevede tre tipologie di utenti: una in modalità dpc, una in modalità convenzionata, una terza con modalità mista, dpc/convenzionata per diversi prodotti, per lo stesso paziente.

“La delibera regionale del 25/03/2019 ha modificato il prezzo di rimborso dei presidi erogati in regime convenzionato, portando, a titolo di esempio, con decorrenza 01/06/2019, la striscia reattiva per la glicemia da 43 a 35 centesimi di euro, ponendo la Lombardia come punto di riferimento tra i più bassi di tutt’Italia e costituendo così un benchmark negativo per tutte le Regioni”, dicono ancora in Federfarma Bergamo, ricordando che già in sede di discussione presso Federfarma Lombardia l’associazione provinciale era stata “l’unica a esprimere dissenso rispetto ai valori di remunerazione proposti e poi confluiti nel provvedimento”.