Federfarma Servizi: un modello alternativo per il Ddl concorrenza

Il Ddl concorrenza che andrà al voto a settembre, arriverà alle Camere senza sostanziali modifiche all’emendamento dei relatori che introduce un limite del 20% delle farmacie che possono essere possedute da un unico soggetto rispetto al totale delle farmacie esistenti a livello regionale. Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, propone un modello cooperativistico, per contrastare l’ormai vicino ingresso del capitale, che vedrà cambiare il mondo della farmacia.Mirone Antonello

Come potrebbe cambiare il mondo della farmacia italiana?
Considerando che una società di capitale potrà detenere l’intera farmacia e l’unico vincolo sarà il 20% di quota regionale per ciascuna società, appare evidente il rischio, seppure teorico, che cinque soggetti controllino l’intero mercato delle farmacie italiane. Sappiamo che esistono già entità di proprietà di distributori, che possiedono catene all’estero, ma potrebbero esserci anche nuovi attori interessati alla sanità privata. Senza dimenticare che le società di capitale sono interessate ai punti strategici principali di ciascuna regione: andrebbero a concentrarsi nei capoluoghi e nei punti più significativi dal punto di vista commerciale, senza preoccuparsi delle periferie, che rendono molto meno. Le farmacie in queste zone rimarrebbero in mano ai farmacisti indipendenti, ma sempre più marginalizzati nel mercato.

Come vede il ruolo del sindacato?
In questo scenario futuro, anche il ruolo di Federfarma, che, ricordiamo, è un sindacato unitario, potrebbe cambiare. È facile pensare che un detentore del 20% su base regionale potrebbe gestire in proprio le farmacie sia per le politiche di categoria, oltre a quelle commerciali.

Ci sono scenari alternativi?
Possiamo anche vedere, come dicono alcuni, il capitale come una iniezione di vitalità nel mondo asfittico della farmacia, ma solo se questo viene sottoposto a controllo. Quello che dobbiamo fare oggi, davanti all’ineluttabile ingresso del capitale nella farmacia italiana, è proporre modelli efficaci per contrapporsi alle catene. La posizione di Federfarma Servizi è propria dello spirito cooperativistico che la contraddistingue: pensiamo che un modello vincente sia quello di creare network di titolari indipendenti, ma fortemente collegati tra di loro e uniti su politiche commerciali, servizi, acquisti ed altre funzioni. Questo potrebbe diventare un vero modello alternativo alle catene di farmacie tutte uguali in possesso di un unico soggetto. Per far questo il farmacista, oggi forse ancora troppo individualista, deve abituarsi a delegare alcune funzioni a centrali operative che possano svolgerle meglio, anche nell’interesse del singolo.

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