Si è tenuto lo scorso 26 settembre l’evento stampa organizzato dall’Associazione nazionale farmaci di automedicazione (Assosalute) dal titolo “Stagione influenzale 2023-2024: Ritorno al passato o inizio di una nuova era?”.

Il convegno, moderato dal giornalista scientifico Federico Mereta, è stata l’occasione per fare il punto della situazione assieme al prof. Fabrizio Pregliasco, virologo, ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi.

La nuova normalità

Giovanna Hotellier di Human Highway ha, invece, presentato i risultati di una survey che ha analizzato il parere e il comportamento degli italiani durante la stagione influenzale nella “nuova normalità” post Covid. È nato così un confronto tra l’approccio dei cittadini riguardo la prevenzione e la gestione dell’influenza e le evidenze scientifiche.

Pregliasco ha sottolineato anzitutto che l’influenza, così come il Covid-19, che ancora circola, non devono essere sottovalutati, soprattutto dai pazienti anziani e fragili. Queste due categorie devono sempre adottare comportamenti responsabili, prevenire i contagi, anche attraverso le vaccinazioni, e rivolgersi al medico in caso di sintomi influenzali.

In merito al Covid-19, il professore ha osservato che benché la forza del virus si sia attutita, grazie al maggior livello di immunizzazione raggiunto con i vaccini, non dobbiamo abbassare la guardia ma essere sempre responsabili, viste anche le nuove varianti in circolazione.

Secondo i dati di Human Highway, un italiano su due è ancora spaventato dalla pandemia, mentre quattro italiani su dieci ritengono di essere più resistenti al virus dopo aver superato il primo picco della pandemia. «Purtroppo questo non è vero – ha smentito Pregliasco –, non siamo più immuni né resistenti. Le difese immunitarie si perdono in pochi mesi, soprattutto se si è anziani o fragili. Inoltre il virus si sta ripresentando con varianti che stanno provocando diverse re-infezioni».

Gli italiani difronte ai sintomi influenzali


Ma come si comportano gli italiani quando avvertono i primi sintomi influenzali? «Un italiano su due – ha dichiarato Giovanna Hotellier – ritiene saggio rimanere a casa e ricorrere prima all’automedicazione e poi, se necessario, rivolgersi al medico. Questo approccio è adottato dal 38% degli uomini e dal 58% dalle donne, un dato che mette in evidenza un atteggiamento profondamente diverso tra i due sessi nella gestione dell’influenza».

La donna, del resto, si conferma il driver della salute nel contesto familiare e la sua modalità di gestire i sintomi influenzali è, come ha spiegato Pregliasco, scientificamente corretta: l’automedicazione e il riposo sono i primi interventi da adottare se i sintomi sono contenuti e il paziente non è anziano o fragile. Si può chiedere consiglio al farmacista sui migliori rimedi da adottare, ricordando sempre di non assumere antibiotici senza parere medico.

Il farmacista resta il professionista sanitario a cui si rivolge maggiormente la popolazione adulta, mentre i più giovani consultano più frequentemente il web e gli anziani ricorrono al medico di medicina generale. Si è poi parlato di vaccini, dei quali è stata sottolineata l’azione preventiva, fondamentale per anziani e fragili, ma che rappresentano un’opportunità per tutta la popolazione, a ogni età.