Il tema delle intolleranze alimentari, definite fin dal 2003 come allergie alimentari ritardate (1), può oggi basarsi su dati scientifici certi, e le ultime novità che riguardano l’interferenza dell’alimentazione sull’equilibrio immunologico, come le ultime scoperte sulla “sensibilità al glutine” e sul BAFF (B Cell Activating Factor) gettano un ponte verso il domani, dando valore a un rapporto sano tra ambiente, alimentazione e salute.
La medicina moderna sembra onnipotente, ma si scontra spesso con la difficoltà a guarire la maggior parte delle malattie infiammatorie croniche. La recente scoperta dell’azione del BAFF (sostanza infiammatoria indotta dal contatto con un cibo non tollerato) chiarisce che queste malattie possono essere affrontate cambiando i comportamenti, modificando le abitudini alimentari e imparando a nutrirsi.
Infiammazione e insulinoresistenza, base e causa di gran parte delle malattie che affliggono questa epoca come malattie cardiovascolari, cancro, diabete, obesità, allergie e depressione, dipendono ormai con certezza da quello che si mangia e da come ci si nutre. L’alimentazione quindi non riguarda solo problemi “di pancia”, ma l’intero organismo e le sue reazioni metaboliche, fisiche, psichiche e ormonali; è uno strumento potentissimo in grado di modulare la guarigione e di controllare lo stato di benessere, impedendo a numerose malattie di trovare il terreno adatto a svilupparsi. La possibilità di usare in modo scientifico i test di intolleranza alimentare, di guidare il recupero della tolleranza in modo da aiutare chiunque a riprendere una alimentazione sana, varia e piacevole, è uno degli obiettivi attuali della medicina.
Si può rieducare ogni organismo alla tolleranza
Gli anni trascorsi dietro al banco consentono al farmacista di rispondere con esperienza e professionalità a tutti i bisogni legati alla richiesta di farmaci, di servizi, di suggerimenti pratici. Ciò che ancora il farmacista sta imparando a capire sono quei bisogni meno chiari, quei disagi causati dall’infiammazione e dall’alimentazione le cui manifestazioni stanno crescendo in modo diffuso nella popolazione. Il numero di visite e ricoveri ospedalieri per allergie alimentari è più che raddoppiato dal 2006, secondo Clark (2), e in modo ancora più evidente cresce il numero di chi chiede aiuto e consiglio al proprio farmacista, perché affetto da intolleranza alimentare. Chiedono a lui perché delusi magari dall’incontro con il proprio medico che nemmeno ipotizza la ricerca di una causa alimentare e limita la terapia alla prescrizione di qualche sintomatico non sempre efficace.