Le fragranze dell’osmologia funzionale

 

 

In farmacia è possibile mettere insieme oli essenziali ed essenze per aiutare le persone in svariate maniere, sull’esempio del ricercatore italiano, Paolo Rovesti, che per primo se ne occupò. Odori e profumi a causa della loro estrema volatilità sono presenti ovunque e generati non solo da piante e alimenti, più o meno, gradevolmente odorosi, ma anche dall’ambiente, sostanze, lavorazioni e talora anche dagli oggetti, i più diversi. Da parte di alcune strutture cerebrali dell’uomo gli odori sono immediatamente percepiti e riconosciuti, possono essere ricordati e valutati generando risposte psichiche, le più diverse quali ripulsa, gradimento, fastidio. In ogni caso, vengono memorizzati e possono essere richiamati in occasione di nuove sollecitazioni odorose, anche comparandoli con il ricordo di sollecitazioni analoghe e memorizzate molti anni prima.

Da qualche tempo le percezioni degli odori sono studiate, perché se le risposte emozionali sono positive possono sollecitare il sistema immunitario, sviluppare la memoria, migliorare il nostro stato relazionale, combattere lo stress, aumentare o ridurre l’appetito, agire favorevolmente persino in alcune patologie. La percezione odorosa inizia nella parte più alta delle fosse nasali, è qui che eventuali molecole odorose, contenute nell’aria inalata, vengono a contatto con le cellule olfattive, la parte iniziale di un vero e proprio sistema, quello olfattivo appunto. Ogni cellula è di forma molto allungata e sottile: dalla parte basale di essa partono sottilissimi peli in numero di 6-12 (processi ciliari). Sono questi a captare gli aromi inalati per poi trasferirli alla parte superiore della cellula: un lungo e sottilissimo filamento diretto verso la profondità della struttura nasale.

I vari filamenti hanno i caratteri di una vera fibra nervosa e, uniti tra di loro, diventano la struttura del bulbo olfattivo. Il nervo olfattivo si dirige, dopo un breve percorso, verso l’amigdala che è l’avamposto del sistema limbico. Struttura e funzioni del sistema limbico sono state meglio conosciute e valutate studiando la farmacologia delle benzodiazepine, ma le sue attività vanno ben oltre l’elaborazione dei sistemi di sedazione, difesa e riduzione degli stati di allarme, paura, ansia. Infatti, esse interessano anche le emozioni legate alla percezione, valutazione e classificazione dei profumi.

Influenzare i comportamenti

La struttura degli oli essenziali è lipidica ed è noto che si diffondono rapidamente nei tessuti, Questa proprietà è ampiamente sfruttata nelle applicazioni dermiche (revulsive, lenitive, cicatrizzanti, epitelio-rigeneratrici, antinevralgiche, antisettiche) trovando nelle strutture fosfolipidiche del derma una grande facilità di diffusione e assorbimento. Altrettanto avviene attraverso l’inalazione ed è sempre più diffuso l’uso degli oli  essenziali per migliorare l’aria ambientale o trasmettere, attraverso la percezione degli odori, delle variazioni comportamentali le più diverse tanto che si è giunti, attraverso gli odori, a modificare alcuni nostri comportamenti. Per esempio un’opportuna miscela di profumi può rasserenare un ambulatorio del dentista, rendere più proficua una seduta di lavoro, ridurre lo stress di un esame, rendere più facile la scelta in un negozio di pelletteria se l’ambiente profuma di cuoio. Sono state create miscele con profumo di panettone o di croissant da diffondere in una pasticceria! Queste azioni si basano sulla stimolazione esercitata da alcuni profumi nella produzione di certi mediatori neuro-chimici (adrenalina, endorfine, ferormoni) capaci di modificare l’equilibrio psico-fisico di una persona.

Alcuni ricercatori dell’Università di Miami, in Florida, hanno riscontrato in alcuni volontari migliori prestazioni nelle prove di calcolo e minore ansia se nella stanza veniva diffuso aroma di rosa; il profumo di vaniglia ricorda i dolci dell’infanzia, ma attiva l’ottimismo e la capacità di intrattenere buone relazioni; il profumo di benzoino e incenso riducono il ricordo di eventi spiacevoli; la stanchezza dell’automobilista può essere mitigata in presenza di profumo di lemongrass. Citando il solo nome di una “colla” ben nota negli anni Cinquanta, la Coccoina, a quanti di noi evoca i più diversi ricordi scolastici? Ebbene il suo odore era dovuto alla benzaldeide che riproduce l’aroma di mandorla!

Le prime applicazioni in Italia 

Le premesse iniziali e i brevi cenni delle possibili applicazioni legate agli effetti conseguenti all’inalazione delle sostanze odorose necessariamente debbono ricordare la figura di un grande ricercatore e farmacista quale è stato il dottor Paolo Rovesti (1902-1983) fondatore dell’Istituto di Ricerche sui Derivati Vegetali che si è occupato con successo di fitochimica, piante medicinali, cosmesi funzionale e forse più di tutto e con risultati originali, di oli essenziali. Negli anni Settanta del secolo scorso, fu tra i primi a ipotizzare e verificare con numerose esperienze sull’uomo le possibili applicazioni degli “osmocomplessi”. Con questo termine il Rovesti ha studiato le conseguenze sull’uomo derivanti dall’uso inalatorio diretto di singoli oli essenziali puri o miscelati per correggere alcuni disturbi funzionali o piccole patologie. L’assunto partiva dal fatto che “sono ben noti i rapporti tra l’olfatto e il centro ipotalamico” e nel caso, per esempio, di uno studio dei possibili effetti degli oli essenziali sul sonno egli affermava: “Ai neurotrasmettitori che assicurano la nostra veglia (dopamina e noradrenalina) si sostituiscono quelli instauratori del sonno (serotonina) con una successione che può essere stimolata e facilitata osfresiologicamente in modo da sinergizzare l’azione neurotropica di determinate sostanze odorose con quella psicotropica. Ci sono odori che tendono a dare senso di sonnolenza sul lavoro e diminuiscono la produttività (colle, lisati proteici, grassi, fenoli, farmaci diversi) e altri invece che ritardano e disturbano il normale sonno fisiologico (mercaptani, ammoniaca, aceto, esteri di frutta, vernici amiliche). Talora, l’odore di fiori, chiusi in una stanza, ha provocato oltre che senso di sonno veri e propri disturbi di tipo narcotico”.

La sperimentazione è avvenuta usando 10 g di oli essenziali singoli o miscelati al 10-15% e versati in un flacone da 50 ml riempito con 10 g di attivo e alcol a 85°; il flacone era chiuso con un tappo a vite sul quale veniva fissato del cotone idrofilo pressato. Il tampone, inumidito con la miscela, era fatto inalare a un gruppo selezionato di soggetti e se ne verificavano gli effetti per esempio nell’insonnia, l’appetito, la fatica, la nausea, l’alitosi, facendo diventare il Rovesti l’anticipatore di una nuova forma di terapia con gli odori (osmologia funzionale) che gli esempi citati prima ne dimostrano gli interessanti sviluppi.

Esempi di miscele di Rovesti

Osmocomplessi per l’induzione del sonno

o.e. Arancio amaro fiorio, Petitgrain bigaradia

o.e. Lavanda, Bergamotto

o.e. Maggiorana, Cipresso

o.e. Camomilla romana, Camomilla, Achillea

essenza di Rosa

essenza di Valeriana e Viole

o.e Basilico, Cerfoglio, Dragoncello

 

Alitosi (per sciacqui orali)

o.e. Menta piperita

o.e. Cannella e aldeide cinnamica

o.e. Garofano chiodi ed eugenolo

o.e. Salvia ed Eucalipto

o.e. Basilico, Dragoncello, Rosmarino

o.e. Anice stellato, Anice, Finocchio

 

Osmocomplessi antifumo

(mix 10 g di o.e. non dil.)

o.e. Limone, Arancio, Bergamotto

o.e. Verbena, Melissa, Citronella

o.e. Cannella, Garofano chiodi, Noce moscata

o.e. Patchouly, Zenzero

o.e. Geranio bourbon, Basilico, Coriandolo

 

Osmocomplessi antinausea, antiemetici

o.e. Limone, Limetta, Bergamotto

o.e. Lavanda, Spigo, Salvia

o.e. Melissa, Verbena, Citronella

 

Osmocomplessi antifatica

o.e. Limone, Bergamotto, Arancio

o.e. Verbena, Cedrina, Melissa

o.e. Rosmarino, Lavanda, Salvia, Menta piperita

o.e. Pino, Mirto, Ginepro, Eucalipto

o.e. Basilico, Garofano, Macis, Timo

 

Piergiorgio Chiereghin