Una ricerca svolta a livello internazionale, diretta dall’Università della California Meridionale (Usc) e recentemente pubblicata sulla rivista Nature, sembra aver chiarito il funzionamento dei sistemi di regolazione del sonno. Per la prima volta sono sono stati infatti identificati e mappati in 3D due recettori della melatonina che rappresentano i cosiddetti interruttori del sonno.
La melatonina
La melatonina è un ormone prodotto da una piccola struttura situata alla base del cervello: la ghiandola pineale, detta anche epifisi. Si tratta di una sostanza isolata per la prima volta alla fine degli anni ’50 e studiata attentamente a partire dagli anni ’80. Essa svolge un ruolo importante nella regolazione del ritmo sonno-veglia. La produzione di questo ormone è massima durante la notte ed è invece di gran lunga più bassa durante il giorno.
In questo modo è stata aperta la strada che potrebbe consentire la sintesi di nuovi farmaci che consentano di curare i disturbi legati alla sfera del riposo notturno.
I commenti
Tullio Pozzan, direttore del dipartimento di Scienze Biomediche del Cnr, ha dichiarato in merito: “lo studio è un lavoro di grande importanza. In pratica, i ricercatori sono riusciti a isolare e purificare queste proteine estremamente complesse, MT1 e MT2, e questo permetterà di realizzare farmaci migliori, molto più specifici e selettivi e quindi con meno effetti collaterali. Questo studio sarà sicuramente utile per nuove cure legate ai disturbi del sonno mentre per altre malattie come tumori e diabete di tipo 2 gli effetti sono ancora molto discussi, la letteratura scientifica in merito è vastissima”.
Linda Johansson e Benjamin Stauch, conduttori principali dello studio, hanno utilizzato il laser a raggi X dello Slac National Accelerator Laboratory negli Stati Uniti. In questo modo è stato possibile ricostruire in 3D le strutture dei recettori MT1 e MT2.