Il progressivo invecchiamento della popolazione italiana fa sì che un numero crescente di soggetti si trovi ad assumere quotidianamente un numero elevato di farmaci: basti pensare che il 75% degli over 60 assume 5 o più medicinali al giorno.

Soprattutto laddove non si è assistiti da un caregiver, con i crescenti problemi di memoria, il rischio di pasticci è dietro l’angolo. Gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna – SIMI lanciano l’allarme “bucce di banana nelle terapie” e propongono consigli e istruzioni per l’uso per evitarle.

Politerapie, interazioni, doppioni

In molti casi i problemi insorgono laddove un paziente, recandosi in visita da diversi specialisti, non li informa, volta per volta, delle terapie che sta già assumendo. Il rischio dunque è quello di avere farmaci “doppioni” o medicinali tra loro in contrasto.

La medesima situazione può presentarsi laddove un paziente dimesso dall’ospedale continui la terapia prescritta in ospedale riprendendo anche ad assumere i farmaci antecedenti al ricovero.

«È importante – ha suggerito il Professor Sesti, Presidente SIMI – informare sempre il medico delle terapie in corso, portando con sé un elenco completo dei farmaci e della posologia assunta. È bene inoltre informare sempre il medico di famiglia delle terapie proposte dai diversi specialisti, per aggiornare la scheda farmacologica e verificare che non ci siano per problemi di “incompatibilità” e interferenza farmacologica che possono verificarsi sia con alcuni farmaci, ma anche con farmaci da banco, integratori e fitoterapici. Un altro consiglio è di portare sempre nel portafoglio la lista dei farmaci assunti con orari e dosaggi, in caso di emergenza».

Non dimenticare le allergie

Un altro elemento che occorre sempre ricordare di comunicare al medico sono le allergie o le reazioni riscontrate a seguito dell’assunzione di un medicinale.

Confusione dei prodotti

Un altro errore abbastanza comune è quello di confondere le confezioni per via del colore della confezione o della formulazione. L’ideale sarebbe prendere sempre il farmaco dalla scatola sulla quale scrivere a cosa serve.

Numerosi sono gli anziani che ricorrono ai porta-pillole, con scompartimenti divisi per giorno e orario. In questo caso, fondamentale evitare che il contenitore si rovesci, mischiando tutti i medicinali al suo interno.

Farmaci e microbiota

Di recente, uno studio pubblicato su Nature ha evidenziato l’interazione che si sviluppa tra batteri intestinali e farmaci.

«Gli antibiotici o la terapia cronica con inibitori di pompa protonica ad esempio – ha spiegato il professor Sesti – modificano il microbiota intestinale e questo può avere a sua volta un impatto sull’efficacia di alcuni farmaci come i contraccettivi orali (terapia estro-progestinica) o la terapia anticoagulante orale (warfarin). Le terapie che alterano il microbiota intestinale possono insomma interferire con l’attivazione di altri farmaci, riducendone o aumentandone la biodisponibilità. In caso di assunzione di antibiotici o di sospensione di terapie croniche (PPI, statine, ecc.) bisogna sempre verificare con il proprio medico se questo può avere ricadute su altre terapie in corso».

Seguire prescrizioni, orari, modalità di assunzione, posologia

La SIMI ricorda quindi l’importanza di seguire le prescrizioni e chiedere spiegazioni laddove fossero poco chiare, rispettare gli orari di assunzione dei farmaci, determinante per numerosi prodotti.

Mai raddoppiare la dose l’indomani se si è dimenticato di assumere una terapia. Mai assumere farmaci con latte, pompelmo o alcolici, che possono influire sulle capacità di assorbimento. I farmaci devono essere assunti sempre con acqua.

Mai assumere un antibiotico in assenza di una prescrizione medica: in molti casi potrebbe essere inutile, contribuendo ad accentuare il fenomeno dell’antimicrobico resistenza.

Nei trattamenti prolungati o cronici, non ridurre o aumentare la dose a piacimento. Una eventuale modifica della posologia deve essere concordata con il medico. Infine, non interrompere mai le prescrizioni per patologie croniche come diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, BPCO.

«Le patologie croniche non si comportano come una polmonite che guarisce dopo una settimana di terapia antibiotica e anche se la colesterolemia o la glicemia sono rientrati nella norma nelle analisi del sangue, non bisogna sospendere una statina o un farmaco anti-diabete perché si tornerà rapidamente al punto di partenza», ha concluso il Professor Sesti.