Il documento informativo sul tema, redatto dal Ministero della Salute con l’Alleanza italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari, fa un excursus sulle patologie principali, ricordando che la prevenzione è la prima e più importante arma per contrastarle ed evitarne la comparsa

Prevenzione delle malattie cerebrovascolari lungo il corso della vita: il documento, aggiornato al 2021, redatto dal Ministero della Salute con l’Alleanza italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari si pone come vademecum utile al cittadino a livello informativo e in termini di strategie di prevenzione utili a contrastare le malattie cerebrovascolari.

Queste sono patologie del sistema nervoso centrale provocate da alterazioni della circolazione sanguigna. Possono essere indotte da occlusioni dei vasi sanguigni da parte di un trombo o di un embolo; rotture della parete dei vasi sanguigni; alterazioni anatomo-funzionali della parete dei vasi sanguigni; aumento della viscosità del sangue o modifiche di altre sue caratteristiche reologiche. A seconda delle cause, le conseguenze sul cervello si sostanziano in edema, ischemia o emorragia.

A variare è la sintomatologia, nonché la durata del deficit circolatorio. In genere comunque, hanno un’insorgenza improvvisa. Tra le malattie cerebrovascolari, l’ictus ischemico è senza dubbio quello più diffuso, rappresentando circa l’80% degli eventi cerebrovascolari acuti. Seguono l’emorragia intracerebrale, l’emorragia subaracnoidea e eventi cerebrovascolari acuti mal definiti.

Alcuni dati

A livello globale, le malattie cerebrovascolari rappresentano la seconda causa di morte. Il ranking è lo stesso anche a livello italiano, subito dopo le malattie ischemiche del cuore. Stando ai dati Istat, nel 2018 si sono verificati 55.434 decessi determinati da queste patologie (con 22.062 che hanno coinvolto soggetti di sesso maschile e 33.372 soggetti di sesso femminile), pari all’8,8% di tutti i decessi occorsi nel nostro Paese in quell’anno.

In ogni caso, grazie a una più attenta prevenzione e a misure terapeutiche e assistenziali più efficaci, nell’arco di un quindicennio, dal 2003 al 2018 è diminuita fortemente la mortalità attribuibile a queste patologie, passata da 134,3 a 70,1 decessi per 100 mila abitanti.

Ictus e Tia

Nel nostro Paese si registrano circa 90 mila ricoveri l’anno per ictus cerebrale, recidive nel 20% dei casi. Nell’ultimo ventennio l’incidenza si è dimezzata a livello globale passando da 293 a 143 casi per 100 mila abitanti, con una prevalenza maggiore nelle donne rispetto agli uomini (147 vs 139 casi ogni 100 mila abitanti) e un incremento dal 35,7% al 47,8% negli ultra 80enni.

Risulta in calo negli ultimi anni anche il numero dei ricoveri per Tia (ischemia cerebrale transitoria), passato dai 62.314 del 2009 ai 28.077 del 2019 e attualmente con un’incidenza di circa 35 casi ogni 100 mila abitanti per anno.

La diminuita mortalità per ictus ha contribuito, tuttavia, a un crescente peso sociale espresso in termini di disabilità e perdita di produttività, soprattutto nella fascia di popolazione più giovane. Gli studi più recenti hanno tuttavia identificato 3 fattori di rischio e dimostrato la reversibilità del rischio; riducendo questi fattori è, pertanto, possibile ritardare o ridurre il numero di eventi che si verificano nella popolazione.

Fattori di rischio e importanza della prevenzione

Se da una parte esistono dei fattori di rischio correlati alle malattie cerebrovascolari non modificabili, come l’età, il genere, la familiarità, dall’altra sono numerose le aree in cui poter incidere attivamente per promuovere una efficace prevenzione. Tra i principali fattori di rischio modificabili troviamo: tabagismo, sedentarietà, eccessivo consumo di alcool, sovrappeso, obesità, dislipidemie, cattiva alimentazione, diabete mellito, ipertensione arteriosa, fibrillazione atriale, cardiopatie e vasculopatie.

«La prevenzione primaria è l’arma più importante per contrastare le malattie cerebrovascolari, perché mira a impedirne la comparsa, e si basa essenzialmente: sull’adozione e sul mantenimento di sani stili di vita, possibilmente lungo tutto il corso dell’esistenza, in modo da prevenire comportamenti non salutari durante l’infanzia e l’adolescenza, ridurre il rischio di insorgenza delle patologie in questione nell’adulto e favorire un invecchiamento sano e attivo; sull’identificazione precoce e sull’adeguata gestione di eventuali fattori che aumentano il rischio di ictus e di altre malattie cerebrovascolari (ipertensione arteriosa, dislipidemie, diabete mellito, fibrillazione atriale, cardiopatie, vasculopatie), anche attraverso le opportune terapie laddove non sia sufficiente modificare gli stili di vita. Attraverso uno stile di vita più salutare e un adeguato controllo medico nei soggetti a elevato rischio cardiovascolare si potrebbero evitare il 40-50% degli eventi cerebrovascolari» si legge nel documento.