L’intera filiera healthcare, dal produttore fino alla rete capillare della farmacia e della farmacia dei servizi, massimo presidio di prossimità, contribuiscono a garantire la reperibilità dei farmaci in commercio, la tempestività della consegna, la corretta conservazione e la tracciabilità dalla fonte all’erogazione al paziente.

Un lavoro sinergico che oltre a sostenere il sistema di erogazione e accessibilità alla terapia, sono espressione di sicurezza, trasparenza, efficienza del comparto. Eppure ancora sono presenti molte criticità, in termini soprattutto di distribuzione e di modalità di erogazione fra i differenti canali a livello regionale.

Sono alcuni dei punti di forza e criticità rilevato dal rapporto “Il ruolo della filiera distributiva healthcare per il Servizio Sanitario Nazionale”, presentato a Milano (14 Novembre), redatto dagli esperti di Fondazione GIMBE – Nino Cartabellotta Presidente; Marco Mosti direttore Operativo, Alessandro Brega dirigente Farmacista ASL 4 Liguria; Elena Cottafava segretario Generale e Roberto Luceri capo Ufficio Stampa – e realizzato grazie al finanziamento di Consorzio Dafne, Community B2b no-profit di riferimento per tutti gli attori della filiera healthcare.

Filiera Healthcare

Produttori, depositari, fornitori di servizi logistici, distributori intermedi (grossisti) e clienti (domicili, farmacie e ospedali) collegati da trasportatori specializzati che distribuiscono i prodotti su tutto il territorio nazionale: sono la pluralità di attori, ognuno anello chiave per il ruolo e l’azione ricoperte, nel buon andamento, ottimizzazione e efficientamento della filiera healthcare.

Insieme strutturano una “rete capillare” dalla produzione, alla consegna, all’erogabilità a beneficio del paziente, fine centrale e ultimo della cura e nel diritto alla salute.

«In particolare a livello della distribuzione intermedia – spiega Mosti – l’accorpamento delle consegne, con la conseguente riduzione del numero medio di visite giornaliere in farmacie e parafarmacie, rappresenta un’importante svolta in termini di sostenibilità ambientale, economica, ma anche sociale». E di garanzia alla cura: la distribuzione intermedia garantisce, infatti, la tempestiva consegna anche pluri-giornaliera e con tempistiche predefinite alle farmacie, le quali possono adempiere al loro servizio di prossimità al paziente.

Eppure, la farmacia dei servizi mostra ancora qualche gap, oggi attivate solo in 14 Regioni e in corso di attivazione in una regione offrono, fra i maggiori servizi, la somministrazione della vaccinazione SARS-CoV-2 e antinfluenzale, lo screening del colon-retto, le prenotazioni delle visite di specialistica ambulatoriale, l’attivazione del FSE (Fascicolo Sanitario Elettronico). Pesano, inoltre, su queste realtà le differenze interregionali nella remunerazione dei servizi e alcune Regioni hanno dichiarato il finanziamento alla formazione degli operatori, oltre alla remunerazione per le singole prestazioni.

A ciò si aggiunge uno scenario molto variegato a livello di proprietà e aggregazione delle farmacie e reti di farmacie costituto da farmacie di proprietà di gruppi internazionali, grossisti, fondi di investimento, reti di proprietà dei farmacisti, singoli farmacisti; farmacie affiliate a grossisti; unioni volontarie in cooperative.

Un quadro sensibilmente mutato nell’arco dell’ultimo anno: il 2023 registra infatti il 57.7% di farmacie gestite da società vs il 42.5% da ditte individuali, a fronte rispettivamente del 30% e 70% del 2015.

Come riportare gli equilibri distributivi

A livello europeo è stato stabilito un modello univoco da perseguire per ammodernare la filiera distributiva e il 5 novembre 2013 la Commissione Europea ha pubblicato le Linee guida sulle Buone Pratiche di Distribuzione dei medicinali per uso umano, in Italia non ancora recepite, che stabiliscono gli strumenti per assistere i distributori all’ingrosso nell’esercizio delle loro attività al fine di proteggere la filiera da contraffazioni e falsificazioni.

«Solo attraverso una revisione delle modalità di erogazione dei farmaci – sottolinea Brega – che utilizzi una metodologia condivisa e omogenea in tutte le Regioni e che, oltre a considerare aspetti quali le caratteristiche dei farmaci, il regime di fornitura o ancora strumenti garanti dell’appropriatezza prescrittiva come Piani terapeutici e registri web-based, costo di acquisto, fabbisogno presunto, stima dei pazienti potenzialmente eleggibili, sarà possibile risolvere le diseguaglianze di accesso alle terapie farmacologiche nella continuità ospedale-territorio.

Ciò implica, quindi, che vengano risolte le criticità riguardo i diversi canali erogativi osservate nei 21 sistemi regionali, che in alcuni casi non garantiscono accessibilità ai farmaci, a fronte invece di un’equità e uniformità di accesso sul tutto il territorio.

Ulteriore attenzione dovrà essere posta ai data set dei siti logistici, ovvero identificando ruolo e funzione prevalente di ciascuno di essi, ad esempio grossista o depositario al fine di agevolare il sistema dostribitivo».

L’azioni cardine

Il coinvolgimento di tutti gli attori che partecipano alla filiera healthcare, in un’ottica di multidisciplinarietà e multiprofessionalità, è il motore essenziale del cambiamento.

«È arrivato anche per questo settore – conclude Braga – il momento di avviare un dialogo fra tutti i protagonisti della filiera, costruttori e partecipi dell’economicità dei farmaci, della loro tracciabilità alla base del miglioramento qualitativo e della continuità del servizio pubblico, qual è la farmacia. Obiettivi che sono stati identificati anche dal Tavolo di Lavoro partecipato da SIFO, FOFI, Federfarma e Assofarm».

Ciò favorirà anche la rivalorizzazione del farmacista, in termine di competenze e a cui dovrà essere garantita un’adeguata e costante formazione.

Il Report Osservatorio GIMBE n. 4/2023 “Il ruolo della filiera healthcare nel Servizio Sanitario Nazionale” è disponibile sul sito della Fondazione.