Infezioni correlate all’assistenza e resistenza alle principali classi di antibiotici restano un problema nodale per l’Italia, maglia nera in Europa rispetto a queste tematiche.

Negli ospedali restano difatti alte le resistenze alle principali classi di antibiotici rilevate nei microrganismi ‘sorvegliati’, anche se si osserva un leggero calo per alcune specifiche combinazioni microrganismo-antibiotico.

Ad aumentare è invece la prevalenza di infezioni correlate all’assistenza negli ospedali per acuti; cala invece quella nei reparti di terapia intensiva dopo il picco pandemico.

Le sorveglianze ISS

Sono questi i dati principali delle sorveglianze gestite o coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità, resi noti nei giorni scorsi all’interno di un convegno dedicato appunto a “L’antibiotico-resistenza in Italia: stato dell’arte e risultati delle rilevazioni 2022-2023 sulle Sorveglianze delle Infezioni Correlate all’Assistenza ICA e dell’Antibiotico-resistenza” tenutosi lo scorso 20 novembre nella sede dell’Istituto.

Partire dai dati

«La raccolta di dati affidabili è il primo passo indispensabile per la risoluzione di qualunque problema medico, e questo vale a maggior ragione per fenomeni complessi come le infezioni correlate all’assistenza e la resistenza agli antibiotici. Questo convegno – ha affermato il Commissario Straordinario dell’Iss Rocco Bellantone in apertura dell’evento – è un’occasione per aumentare la consapevolezza del problema tra gli operatori sanitari e continuare a fare rete per migliorare l’implementazione del Piano Nazionale di contrasto».

Il problema della resistenza agli antibiotici è un tema complesso. Il convegno ISS ha toccato tanti aspetti: dalle sorveglianze, ad una prospettiva One Health, da un approccio preventivo e terapeutico ai modelli organizzativi sul territorio, al fine di mettere in atto strategie di contrasto efficaci.

Batteri resistenti: alcuni dati

I dati della sorveglianza sull’antibiotico resistenza condotta dall’ISS che si basa su una rete di laboratori ospedalieri di microbiologia clinica, hanno evidenziato che nel 2022 le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per 8 patogeni sotto sorveglianza si sono mantenute complessivamente alte.

Più nello specifico, se risulta confortante l’andamento in continuo calo della Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi (dal 33,2% nel 2015 al 24,9% nel 2022), desta preoccupazione l’andamento dell’Enterococcus faecium resistente alla vancomicina (la percentuale di isolati di resistenti alla vancomicina è passata dall’11,1% del 2015 al 30,7% nel 2022).

Per quanto riguarda la sorveglianza delle batteriemie da enterobatteri resistenti ai carbapenemi, è emerso che nel nel 2022, sono stati diagnosticati e segnalati circa 3.000 casi nel nostro Paese, confermando la diffusione di queste batteriemie in particolare tra i pazienti ospedalizzati, in crescita rispetto all’anno precedente (3.056 casi nel 2022 a fronte di 2.396 del 2021).

Dati di andamento sulle ICA negli ospedali per acuti

La sorveglianza sulle Infezioni Correlate all’Assistenza – ICA, coordinata dall’ISS e condotta dall’Università di Torino, ha coinvolto 325 ospedali di 19 Regioni e Province Autonome, con la raccolta di dati su un campione di 60.404 pazienti.

La prevalenza delle ICA nei singoli ospedali è risultata dell’8,8%, in crescita rispetto all’8,1% registrato nel 2017. Le 5 classi di ICA a maggiore incidenza sono state: infezioni del basso tratto respiratorio (19,2%), infezioni del sangue (18,8%), infezioni delle vie urinarie (17,1%), Covid-19 (16,2%), infezioni del sito chirurgico (10,5%).

Ad incidere sulla prevalenza, le dimensioni dell’ospedale (7,8% in ospedali di piccole dimensioni vs 12,2% in ospedali con oltre 500 letti per acuti), la classe di età (dal 4,2% in età neonatale-pediatrica all’11,7% negli over65.)

Diffusione delle ICA nelle Terapie intensive

I dati più recenti di sorveglianza 2022-2023 del Progetto SPIN-UTI – Sorveglianza attiva Prospettica delle Infezioni Nosocomiali nelle Unità di Terapia Intensiva del Gruppo Italiano Studio Igiene Ospedaliera della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità pubblica – ha incluso circa 4.200 pazienti degenti in più di 60 unità di terapia intensiva su tutto il territorio nazionale, da ottobre 2022 a luglio 2023.

A seguito del picco registrato nel 2021 a causa del Covid, l’incidenza di pazienti infetti è scesa al 18,8% (24,5% nel 2021), così come l’incidenza di ICA, diminuita da 30,6 a 29,3 ICA ogni 100 pazienti. Allo stesso modo, anche i livelli di mortalità in terapia intensiva sono tornati su livelli prepandemici (26,8%).

Monitoraggio delle azioni di contrasto

Il monitoraggio delle azioni di contrasto all’AMR sia a livello regionale sia di struttura assistenziale è stato affidato allo strumento SPiNCAR-1Supporto al piano nazionale per il contrasto all’antimicrobico resistenza. La prima raccolta dei dati è relativa al 2022.

Hanno partecipato su base volontaria 130 strutture di 14 tra Regioni e Province Autonome. L’analisi ha evidenziato una realtà variegata, sia a livello di strutture, sia a seconda delle diverse aree tematiche proposte nel questionario. I risultati migliori sono emersi in relazione all’area ‘uso appropriato degli antibiotici’, per la quale oltre 8 strutture su 10 ha dichiarato di aver attuato politiche volte al contenimento delle prescrizioni di antimicrobici.

Tra le best practice, anche l’area ‘sorveglianza’, in cui il 75% dei rispondenti ha dichiarato di disporre di un sistema di sorveglianza delle resistenze agli antimicrobici in ambito umano. Altre aree sono emerse come più deficitarie per le quali è necessaria una implementazione.

Infine, con riguardo alla sorveglianza del consumo di soluzione idroalcolica, i dati del 2022 hanno evidenziato una ulteriore contrazione rispetto al consumo medio nazionale di soluzione idroalcolica: nel 2022 sono stati 15,6 litri ogni 1.000 giornate di degenza ordinaria allorchè erano 20,7 nel 2021 e 24,5 nel 2020.