Roberto Cadeddu, presidente dell’Ordine interprovinciale dei farmacisti di Sassari e Olbia-Tempio, fa il punto sulla situazione delle farmacie del nord della Sardegna
Come valuta la situazione economica delle farmacie delle provincie di Sassari e Olbia Tempio?
La situazione economica nel suo complesso non è certamente florida, infatti due farmacie delle provincie di Sassari e Olbia Tempio sono state vendute all’asta, fatto questo mai accaduto in passato. Sappiamo inoltre che purtroppo anche altre farmacie stanno attraversando un periodo di crisi economica dovuto a volte a problematiche ereditate dal passato.
A che cosa si riferisce nello specifico?
Nell’ultimo decennio il quadro generale della farmacia è mutato radicalmente, la riduzione dei margini della quale tutti hanno sofferto, avrebbe richiesto una più attenta e manageriale gestione dei bilanci e questo purtroppo non sempre è accaduto. Il dimezzamento della marginalità avrebbe dovuto imporre un cambio dei vecchi modelli gestionali con l’adozione di nuove strategie di vendita professionali e comunicative.
Se tali sono le mancanze dei farmacisti, quali sono i fattori critici dettati dall’esterno?
Il mercato Ssn attuale è oggettivamente anelastico, in cui il farmacista non ha capacità di incidere in maniera attiva sulle dinamiche di spesa. Questo fatto, insieme a politiche improntate a un risparmio della spesa farmaceutica territoriale, attuate attraverso una riduzione dei prezzi dei farmaci, la registrazione di un sempre maggior numero di generici e operazioni di pressing nei confronti dei medici di base volte a ridurre il numero e gli importi delle prescrizioni ha determinato un calo nei fatturati più sentito in quelle farmacie in cui il fatturato è costituito per la maggior parte dalla ricetta Ssn.
In un panorama tanto complicato come riuscite a declinare il concetto di innovazione?
Ritengo che il paradigma della farmacia contemporanea debba essere paziente centrico e non farmaco centrico e la sua collocazione sia da porre all’interno di una rete costituita da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialisti, poliambulatori ospedali e altro ecc. con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita del paziente. La remunerazione basata solo sul prodotto-farmaco e non sulla consulenza e professionalità del farmacista è ormai superata. Infatti l’aumento della vita media con il conseguente utilizzo di un gran numero di farmaci, ha determinato una serie di problemi riguardanti sia l’aderenza alla terapia che l’utilizzo corretto dei medicinali. Un recente studio condotto dalla Fofi in collaborazione con l’Università del Kent, ha dimostrato come il farmacista possa intervenire in maniera efficace nel migliorare l’aderenza alla terapia del paziente asmatico. Questo è possibile tramite il Mur (revisione dell’utilizzo dei medicinali) una intervista fatta dal farmacista al paziente per guidarlo a un corretto utilizzo del farmaco e per verificare che la terapia prescritta dal medico sia eseguita in maniera corretta. Il risultato dello studio ha stabilito che il 45% dei pazienti presentava una scarsa aderenza alla terapia e che oltre il 41% assumeva contemporaneamente farmaci controindicati per un paziente asmatico e che il 60% dei pazienti aveva avuto problemi legati all’utilizzo del farmaco. La conseguente segnalazione al medico curante ha permesso sia un risparmio economico e sia in miglioramento della terapia. Vista la necessità di implementare la preparazione professionale del farmacista, l’Ordine insieme a Federfarma e l’Università di Farmacia di Sassari ha messo a punto un esame di farmacia clinica con l’intento di migliorare il consiglio del farmaco Otc e Sop.
Per le farmacie rurali avere un livello di business adeguato pare più arduo: condivide?
Senza dubbio buona parte delle rurali di Sassari e Olbia Tempio presentano criticità maggiori rispetto a chi opera in aree turistiche o commerciali o in zone a intenso traffico pedonale. La situazione cambia, inoltre, anche a seconda dei centri in cui la farmacia si trova a operare: Olbia, Alghero, Sassari sono, infatti, realtà molto diverse tra loro e spesso la conoscenza del territorio la professionalità, il servizio offerto, la specializzazione, la capacità di essere un punto di riferimento, e una gestione attenta fanno la differenza.
Trasformarsi in una vera farmacia dei servizi non è un’impresa semplice…
La conoscenza dell’argomento e talora superficiale e sotto il cappello dei servizi si fanno spesso passare attività di consulenza cosmetologica o tricologica che erano già nel Dna della farmacia. Ritengo che i veri servizi da dare al cittadino debbano avere una valenza sociale e sanitaria e che, sfruttando la capillarità della farmacia sul territorio, ne esaltino il ruolo all’interno del Ssn. La farmacia, infatti, è di fondamentale importanza negli aspetti sia informativi sia educativi delle campagne di prevenzione e di screening oncologici attuati con i servizi di prevenzione delle Asl. Notevole importanza potrebbero inoltre assumere i servizi di supporto sanitario quali consegna domiciliare dei farmaci o partecipazione ai progetti di assistenza domiciliare integrata nei confronti di pazienti disabili o anziani non autosufficienti o ritiro dei referti o il Cup. Grande importanza, soprattutto se attuati in collaborazione con i medici di medicina generale, rivestono anche i servizi di secondo livello quali misurazione della pressione arteriosa, della spirometria, della telecardiologia e di tutte le autoanalisi. Queste attività, però, dovrebbero essere standardizzate definendo sia i macchinari da usare sia i sistemi di taratura sia l’adeguamento dei locali ecc. Altro aspetto fondamentale, perché i servizi possano decollare, è capire se questi possano essere rimborsati o se debbano restare a carico del cittadino. Infatti come è possibile per una farmacia rurale di un piccolo paese investire per acquistare i macchinari, per adeguare i locali per garantire assistenza e verifiche periodiche sulle macchine se quelle stesse analisi a pagamento in farmacie sono erogate gratuitamente dalla Asl?