Nei primi sette mesi della campagna di Federfarma Palermo arrivate oltre 100 richieste di assistenza al numero dell’Associazione Mete Onlus da parte delle giovani vittime e delle famiglie. Da questa esperienza è nato il libro “Dal sexting al revenge porn: consapevolezza, educazione e crimine digitale”, della presidente dell’associazione Mete, Giorgia Butera. La farmacia si conferma un luogo sicuro in cui chiedere aiuto, come già dimostrato dall’esperienza del Progetto Mimosa

In soli sette mesi di campagna “Stop Sexting and Revenge Porn”, campagna promossa da Federfarma Palermo che ha coinvolto le farmacie del capoluogo e della provincia siciliana, il numero di richieste di aiuto ha superato quota 100. Un dato questo che, ancora una volta, conferma la centralità delle farmacie, percepite dalla cittadinanza come un luogo sicuro cui rivolgersi per chiedere aiuto.

Le richieste di aiuto sono state veicolate al numero dell’associazione Mete Onlus da parte di giovani vittime siciliane e dei genitori, spesso inconsapevoli di queste situazioni che, attraverso lo smartphone, entrano e distruggono le vite delle persone e delle loro famiglie. Da questa esperienza è nato il libro di Giorgia Butera, presidente di Mete Onlus: “Dal sexting al revenge porn: consapevolezza, educazione e crimine digitale”.

Il volume

Il libro racconta il dramma degli adolescenti di ogni ceto sociale che hanno ancora scarsa consapevolezza di sé. Ragazzi che «cadono nella trappola tesa sul web tramite richieste di foto e video a sfondo sessuale, sedotti da offerte di denaro o soltanto spinti ad accettare le sfide sessuali dalla “necessità sociale” di essere “accettati” da un certo tipo di mondo che dichiara di farli sentire “importanti”; e che invece, poi, diffonde questo materiale e li espone alla gogna mediatica che ne distrugge il corpo e la dignità» ha raccontato l’autrice in occasione della presentazione del volume.

«Amici e compagni li deridono per esserci cascati, la società li condanna e li respinge, isola loro e i loro genitori fino al tentativo di suicidio. E se la legge individua i colpevoli e considera complici del reato chi riceve e condivide le immagini, spesso queste restano sulla rete, è difficile ottenerne la rimozione. Ecco che noi siamo riusciti a salvare tante vittime, attraverso la comunicazione, gli incontri nelle scuole con gli studenti e le famiglie, la rete di psicologi ed educatori, gli specialisti della riabilitazione» ha spiegato Butera.

La farmacia: un “porto sicuro”

A firmare la prefazione del volume Roberto Tobia, segretario nazionale e presidente provinciale Federfarma, che ha sottolineato la centralità della farmacia come luogo sicuro cui rivolgersi per chiedere aiuto. «La farmacia rappresenta da sempre un punto di accesso facile, soprattutto per le mamme, le giovani generazioni e chi si è esposto al sexting e al revenge porn in una società avviata verso una deriva che travalica ogni schema, come dicono i fatti di cronaca che ci raccontano della banalizzazione del valore della persona e del proprio corpo» ha sottolineato Tobia.

I risultati già ottenuti con il Progetto Mimosa

Già il Progetto Mimosa, attivo ormai da 11 anni, che si rivolge alle donne vittime di violenza, ha evidenziato la crucialità del presidio per questo tipo di iniziative, anche solo per il fatto che la farmacia è uno dei pochi luoghi in cui anche una donna vittima di violenza può accedere da sola. È proprio grazie al rapporto di fiducia e confidenza che si crea con il farmacista che le donne possono raccontare la propria situazione e quindi, grazie a un QR Code messo a disposizione dalla Fondazione Vodafone, scaricare un’App nascosta che consente di comunicare alle forze dell’ordine e geolocalizzare la vittima.

Il Progetto Mimosa è gestito dall’associazione Farmaciste Insieme. La presidente Angela Margiotta ha ricordato come nell’arco di 12 mesi siano state 2.500 le donne ad aver scaricato l’app e 731 quelle ad aver premuto il pulsante di emergenza per avere aiuto dalle forze dell’ordine. «Le donne rappresentano l’80% degli accessi alle farmacie: entrano come madri, come figlie, soprattutto come mogli e la farmacia è per loro un posto sicuro, riparato dai carnefici.

La violenza domestica è aumentata del 75%, ma la farmacia è rimasta un punto di riferimento certo. In ognuna delle 19 mila farmacie sono arrivate cento brochure con il QR Code per scaricare l’App, esaurite in meno di un mese. Tante donne ci hanno chiesto aiuto e tante volte abbiamo imparato a girare dall’altra parte del banco e a fornirlo. È per questo che contiamo di continuare a fornire aiuto con la campagna su sexting e revenge porn».

La farmacia al fianco delle vittime, anche per il revenge porn

«Con la stessa confidenza la campagna in farmacia sul revenge porn informa le vittime sulla possibilità di trovare una via di uscita dal ricatto morale e le mette in comunicazione con la rete di assistenza dell’associazione Mete. La farmacia, quindi, anche in questo caso si conferma un importantissimo presidio a servizio della salute, non solo fisica, ed è vicina alle persone, in un processo certamente difficile, ma che è pronta ad affrontare assieme alle istituzioni e alle associazioni di assistenza» ha rimarcato il Segretario Nazionale Federfarma.