SIMG vaccinazione congiunta anti-Covid e antinfluenzale

Vaccino influenza

La società Italiana di Medicina Generale, in attesa del pronunciamento di Aifa ed Ema, concorda con l’approccio adottato dalla comunità scientifica americana, la quale suggerisce la somministrazione contestuale dei vaccini anti-Covid e antinfluenzale, anche nella stessa giornata, illustrandone i vantaggi, alla vigilia dell’avvio della somministrazione della terza dose di vaccino

Con l’avvio delle somministrazioni della terza dose vaccinale anti-Covid (iniziata il 20 settembre come annunciato dal Commissario Straordinario all’Emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, a partire dai più fragili), la Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg), in attesa del pronunciamento degli enti regolatori italiano ed europeo del farmaco, concorda con l’approccio della comunità scientifica americana proponendo una somministrazione contestuale dei vaccini anti-Covid e antinfluenzale.

«Nelle ultime settimane, la CDC e la ECDC hanno pubblicato dei documenti che attestano che nel caso di vaccini anti-Covid a Rna messaggero, e con vaccini a vettore virale, non ci sono problemi a effettuare una somministrazione contemporanea ad altri vaccini non vivi, quale è quello dell’influenza. I requisiti di massima sicurezza e totale efficacia non verrebbero dunque a mancare» ha sottolineato Ignazio Grattagliano, coordinatore Simg Puglia.

Vaccino influenza

I fragili in lizza per la terza dose

«Alla luce dei recenti dati epidemiologici e degli studi di immunologia sulla risposta alla vaccinazione anti-Covid, valutato che alcune classi di soggetti potrebbero essere non più coperte a sufficienza dal precedente ciclo primario completo è in corso di rapida organizzazione in Italia la somministrazione di una terza dose di vaccino anti-Covid» ha enfatizzato Claudio Cricelli, presidente Simg. In seguito, sarà necessaria una dose aggiuntiva per quei soggetti con immunodepressione moderata-severa, e, più in particolare, coloro che:

  • hanno un trattamento attivo per tumori solidi e neoplasie ematologiche;
  • hanno ricevuto una ricezione di trapianto di organo solido e assunzione di terapia immunosoppressiva, una ricezione di trapianto di cellule CAR-T o di cellule staminali ematopoietiche;
  • hanno un’infezione da Hiv avanzata o non trattata; sono sottoposti a un trattamento attivo con corticosteroidi ad alte dosi, agenti alchilanti, antimetaboliti, farmaci immunosoppressori correlati al trapianto, agenti chemioterapici classificati come gravemente immunosoppressivi, bloccanti del TNF e altri agenti biologici immunosoppressivi o immunomodulatori;
  • sono emodializzati o hanno insufficienza renale grave”.

Una dose di richiamo sarà invece indirizzata a scopo precauzionale alla popolazione generale, a partire dai grandi anziani, cioè coloro che hanno un’età pari o superiore a 80 anni, istituzionalizzati e ricoverati nelle RSA, operatori sanitari a seconda del livello di esposizione all’infezione e del rischio individuale di sviluppare forme gravi di Covid-19.

La stagione influenzale 2021-2022

Le chiusure del 2020, unitamente all’utilizzo di dispositivi di protezione come le mascherine, hanno contenuto moltissimo il dilagare dell’influenza in quella difficile stagione. Quest’anno, tuttavia, il problema rischia di porsi in modo più serio e concreto. Bisognerà innanzitutto comprendere se l’influenza stagionale arriverà e con quale virulenza. «Bisognerà poi capire se e in che misura l’uso delle mascherine continuerà a essere presente nella nostra società, proteggendo comunque dalla circolazione di ogni virus. Una risposta certa la abbiamo: sicuramente sarà importante fare il vaccino antinfluenzale, nonostante si sia già ottenuta l’immunizzazione per il Covid-19. Ciò perché è necessario proteggersi contro il virus specifico dell’influenza, il quale è causa, di per sé, di ricovero e mortalità, soprattutto nella popolazione anziana» ha proseguito Cricelli.

Dovendo tuttavia avviare la somministrazione della terza dose del vaccino anti-Covid. proprio a partire dalla popolazione più fragile, la Simg ha considerato l’opportunità di procedere a una somministrazione contestuale dei due vaccini, utile a ottimizzare le risorse e aumentare le difese contro entrambi i virus.

Doppio vaccini, le ragioni della Simg

Secondo le decisioni dell’American Academy of Pediatrics e le linee guida del Centers for Disease Control and Prevention, i vaccini anti-Covid possono essere somministrati contemporaneamente ad altri vaccini, anche nello stesso giorno. «Una tesi su cui si è espressa favorevolmente anche il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) – ha proseguito Ignazio Grattagliano. I più recenti dati mostrano che l’immunogenicità e i profili degli eventi avversi sono generalmente simili quando i vaccini vengono somministrati contemporaneamente rispetto a quando vengono somministrati da soli».

Del resto, la somministrazione congiunta di più vaccini avviene anche con le vaccinazioni polivalenti in età pediatrica che arrivano a comprendere fino a 6-7 ceppi differenti. Finora era stato suggerito di effettuare la vaccinazione anti-Covid a circa un mese di distanza da altre inoculazioni vaccinali, tuttavia la CDC ha recentemente pubblicato documenti che attestano che con vaccini a mRna o a vettore virale non sussistono problemi a una somministrazione congiunta con vaccini “non vivi”, come è il caso di quello antinfluenzale.

Moderna e Novavax allo studio di un vaccino unico

A confermare questo orientamento, infine, il fatto che sia Moderna sia Novavax stanno lavorando a un nuovo vaccino che possa avere al suo interno sia l’Rna messaggero anti-Covid sia quello contro l’influenza. L’ultima parola spetta comunque agli enti regolatori, europeo e italiano, Ema e Aifa. Qualora le agenzie del farmaco confermassero l’opportunità di una vaccinazione contestuale, l’inoculazione dei due sieri, ha chiarito la Simg, avverrebbe con diverse siringhe e in siti iniettivi differenti.