Il monitoraggio della spesa farmaceutica, pubblicato periodicamente dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) rappresenta una fonte informativa essenziale alle attività di programmazione dell’assistenza farmaceutica in Italia. Il monitoraggio viene condotto attraverso i dati della spesa convenzionata acquisita dalle Regioni e da quelli acquisiti dal Nuovo Sistema Informativo Nazionale del Ministero della Salute relativi alla tracciabilità del farmaco.

Tetti di spesa, sfondamento e rimodulazioni

I tetti di spesa sono stati istituiti nel 2008, con progressive rideterminazioni e spostamenti nei canali distributivi avvenute negli anni. Lo sforamento del tetto prevede un suo ripiano: a partire dal 2015 si è sistematicamente assistito a uno sfondamento crescente del tetto relativo alla spesa per gli acquisti diretti (ospedalieri) e una capienza anch’essa crescente del tetto relativo alla spesa farmaceutica convenzionata.

«Si ricorda che lo sfondamento del tetto per acquisti diretti è a carico delle aziende farmaceutiche e delle Regioni nella misura del 50% rispettivamente mentre lo sforamento (mai avvenuto) del tetto della convenzionata avverrebbe nella misura completa del 100%» si legge nel documento AIFA.

Trend 2019-2022

L’analisi del trend relativo alla spesa farmaceutica a carico del Sistema sanitario nazionale evidenzia un andamento crescente per quanto attiene all’anno 2022, in controtendenza rispetto a un periodo di sostanziale stabilità della spesa sostenuta dal SSN negli anni a cavallo della pandemia Covid-19.

L’analisi storica mostra per il passato una riduzione lenta, ma progressiva, della farmaceutica convenzionata, per la quale si registra un’inversione di tendenza nell’ultimo anno. Viceversa, si osserva un costante aumento della spesa per acquisti diretti a carico del Ssn e della spesa privata a carico dei cittadini.

Per quanto attiene a quest’ultima voce, la stessa si mantiene significativa anche nel 2022, pari a 8,4 miliardi, evidenziandosi con ciò la necessità di un suo attento monitoraggio anche ai fini di una valutazione dell’appropriatezza.

Spesa convenzionata, tetti, Regioni

Con riferimento alla spesa convenzionata a livello nazionale, come per la quasi totalità delle Regioni, si osserva un andamento decrescente nel tempo.

A livello di singole Regioni, si osserva un trend decrescente più marcato della spesa convenzionata, tra dicembre 2018 e dicembre 2022, in Umbria (-8,9%), Abruzzo (-7,7%), Marche (-6,6%) Liguria (-5,3%) Piemonte (-5,4%) e Lazio (-5,2%).

Viceversa, alcune Regioni hanno mostrato un andamento crescente è questo il caso della Lombardia (+5,5%) – che già dal 2021 aveva fatto registrare una spesa al di sopra del tetto regionale dovuta non solo alla rimodulazione del tetto sulla spesa convenzionata nel 2021 (da 7,96% a 7,00%), ma anche a specifiche politiche regionali rispetto alla scelta del canale distributivo di alcune specialità – della Basilicata (+2,6%), dell’Emilia Romagna (+1,5%) e della P.A. di Trento (+1,4%).

«Lo sfondamento del tetto è comune a Campania, Basilicata, Abruzzo, Calabria, Puglia e Sardegna, tuttavia, il livello nazionale la spesa del 2022 si mantiene inferiore al tetto della convenzionata con un’incidenza sul Fondo Sanitario Nazionale pari al 6,43%» si legge ancora nel rapporto AIFA.

Spesa per acquisti diretti

Per quanto riguarda la spesa per acquisti diretti, si osserva sia a livello nazionale che di tutte le Regioni un andamento in costante aumento nel tempo.

Tra tutte le Regioni, un trend crescente, superiore al 30%, tra dicembre 2018 e dicembre 2022, è stato osservato per la P.A. di Bolzano (31,5%), il Piemonte (33,2%), il Veneto (37,2%) e la Campania (31%). Incrementi tra il 20 e il 30% hanno interessato Valle D’Aosta (24,9%), P.A. Trento (29,9%), Friuli Venezia Giulia (24%), Liguria (24,6%), Sardegna (22,3%), Umbria (21,2%), Marche (28,5%), Abruzzo (27,2%), Molise (29,6%) Lombardia (29,8%), Emilia Romagna (29,1%).

L’aumento del Fondo Sanitario Nazionale nel 2022, così come già nel 2021, unitamente alla rimodulazione del tetto della spesa per acquisti diretti, passato dal 6,89% al 7,85% sul FSN, hanno solo in parte contenuto lo sfondamento.

Una riduzione dello sfondamento è stata registrata in quasi tutte le Regioni, a eccezione di Piemonte, P.A. Trento, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Campania, Calabria e Sardegna. A livello nazionale la percentuale di incidenza sul fondo è passata da 8,84% del dicembre 2018 a 10,01% del dicembre 2022.

Spesa complessiva e risorse

Rispetto al triennio dicembre 2018 – dicembre 2021, in cui è stata osservata una graduale riduzione della distanza tra spesa complessiva e stanziamento, nel 2022 sembra essersi registrata un’inversione di tendenza. L’effetto di “compensazione” tra le due componenti di spesa è stato osservato sono in alcune regioni, mentre altre hanno mostrato livelli di spesa ben superiori alle risorse disponibili.