La situazione della telemedicina si presenta ancora agli albori, con diversi ostacoli da superare e un quadro normativo e organizzativo non sufficientemente chiaro da parte delle strutture sanitarie che ostacola una maggiore fiducia da parte di cittadini e operatori.

È questo il quadro emerso dalla “1° survey nazionale sulla Telemedicina in ambito ambulatoriale privato” presentato presso l’Università Luiss di Roma nei giorni scorsi, curati dall’Osservatorio Salute Benessere e Resilienza della Fondazione Bruno Visentini con l’Istituto Superiore di Sanità e il fondo sanitario integrativo Fasdac.

Telemedicina: l’importanza dei dati

“Lo sviluppo della telemedicina è un tema di fondamentale importanza per l’evoluzione del nostro Sistema Sanitario Nazionale, anche alla luce degli obiettivi previsti dalla Missione 6 del PNRR – ha aperto così i lavori la Senatrice Ylenia Zambito, Segretario della X Commissione Permanente del Senato – In questo senso, è davvero importante poter disporre di dati, come quelli raccolti e studiati dall’Osservatorio Salute della Fondazione Bruno Visentini, che aiutino a far luce sul fenomeno e a rendere l’intervento pubblico più consapevole”.

La survey

L’indagine – che per la prima volta in assoluto ha sondato il rapporto degli operatori privati con la telemedicina – è stata condotta su oltre 300 strutture sanitarie private e del privato convenzionato distribuite sul territorio nazionale ed ha fatto emergere alcuni dati inattesi e allarmanti.

In primis è emerso che nel comparto privato il 58% delle strutture ha dichiarato di non fare telemedicina e non essere interessata a proporre in futuro questo servizio; di contro, un esiguo 13% ha dichiarato di offrire servizi di telemedicina ed essere interessato a continuare a sviluppare in futuro la propria offerta in tal senso.

Ostacoli e sfide

Tra i principali ostacoli allo sviluppo della telemedicina emersi dall’indagine ci sono: la complessità organizzativa dichiarata nel 24% dei casi, seguita da una scarsa propensione o collaborazione del personale sanitario emersa dal 15% del campione e dalla onerosità in termini economici, assestatasi al 9%.

Con riferimento alle strutture di grandi dimensioni, capaci di erogare oltre 50mila prestazioni ambulatoriali l’anno, l’onerosità economica figura al primo posto a pari merito con la ‘complessità nell’applicazione della normativa GDPR’, entrambe al 17%.

Fiducia verso la telemedicina: elemento cardine per il cambiamento

Per quanto concerne la fiducia nei confronti della telemedicina da parte degli operatori il livello di fiducia espresso è complessivamente alto o medio alto, intorno al 40% nel caso delle Direzioni Generali e Sanitarie.

Tuttavia, chi lavora sul campo – medici e professioni sanitarie – esprime una posizione differente, con un livello di fiducia espresso al 27%. Infine, rimanendo sul tema, le strutture hanno dichiarato di riscontrare una scarsa fiducia verso la telemedicina da parte dei pazienti nel 27%, elemento questo esacerbato dalla scarsa familiarità con le tecnologie informatiche che le strutture hanno riscontrato rispetto ai propri pazienti in quasi un caso su 4 (23%).

“Questa ricerca è molto importante sotto diversi profili – ha sottolineato Francesco Gabbrielli, Direttore del CNT-ISS – Per la prima volta studiamo la Telemedicina nella sanità privata. Iniziamo a conoscere il livello di maturità tecnica e organizzativa nella realizzazione di servizi privati. Esploriamo con metodo la propensione e la fiducia dei professionisti privati nell’attuazione della Telemedicina condotta nel rispetto delle norme nazionali. Tutte conoscenze che dovremo sviluppare per poter promuovere il cambiamento in maniera condivisa”.

“La sanità italiana – nelle parole dell’On. Simona Loizzo, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Sanità digitale e Terapie digitali – vive in questi ultimi anni un periodo in cui si intrecciano grandi difficoltà, epocali opportunità, antichi limiti e criticità di sistema. Le tecnologie digitali sono certamente tra le opportunità per migliorare le cure e ottimizzare le risorse. Questa ricerca mostra gli aspetti da colmare e la misura delle sfide che abbiamo di fronte anche a livello legislativo”.