La spesa sanitaria per il digitale nel 2020 ha toccato 1,5 miliardi

Sanità digitale

È il principale dato emerso da una ricerca dell’Osservatorio innovazione digitale in sanità del Politecnico di Milano, che constata quanto il digitale abbia assunto importanza in fase pandemica. Triplicato l’uso della telemedicina, ancora sotto-utilizzato il fascicolo sanitario elettronico

La spesa sanitaria per il digitale nel corso del 2020, complice anche la pandemia da Covid-19, è aumentata del 5%, toccando il miliardo e mezzo di euro, pari all’1,2% della spesa sanitaria complessiva. Le ragioni di questa crescita sono molteplici e intuitive, la riduzione dei servizi elettivi in presenza ha stimolato medici e pazienti a sfruttare maggiormente le modalità offerte dalla rete. Un processo che, terminata l’emergenza, non potrà più retrocedere. È proprio per questo che sarà necessario, per il futuro, puntare su una sanità più connessa. Questo lo scenario emerso dall’Osservatorio innovazione digitale in sanità della School of management del Politecnico di Milano, presentato lo scorso 26 maggio in occasione del convegno “Sanità digitale oltre l’emergenza: più connessi per ripartire”.

Cittadini e digitale

L’indagine ha evidenziato che i cittadini sono sempre più avvezzi a cercare informazioni sanitarie in rete. Il canale è stato sfruttato, nell’anno in corso, dal 73% di essi per avere suggerimenti circa corretti stili di vita (in aumento del 13% rispetto all’anno prima), mentre il 43% si è informato via web sulla campagna vaccinale. Molto sfruttate anche le app per il monitoraggio della propria salute (30%) o per ricordare l’assunzione di farmaci (22%) o monitorare parametri clinici (21%).

Durante la pandemia ha preso piede anche la telemedicina, ma, finora, prevalentemente sul fronte medico. I pazienti non la rifiutano, ma trovano l’offerta ancora molto limitata. Soprattutto dal lato utenti/pazienti le potenzialità della telemedicina rimangono in buona parte ancora inutilizzate. Per confrontarsi sulle proprie condizioni di salute, la maggior parte predilige ancora telefonate, whatsapp e videochiamate al proprio medico. Sono poi ancora marginali i servizi strutturati: tele-riabilitazione, televisita con lo specialista, telemonitoraggio dei parametri clinici. Tra i medici è finora prioritario il teleconsulto, utilizzato dal 47% degli specialisti e dal 39% dei medici di medicina generale, ma con buone prospettive di crescita. Seguono la televisita, utilizzata dal 39% di MMG e specialisti, e il telemonitoraggio, ormai utilizzato dal 43% dei medici di famiglia e dal 28% degli specialisti.

Per quanto riguarda le prospettive per il futuro, se da una parte c’è grande interesse da parte di medici e pazienti verso questo tipo di modalità, dall’altro la telemedicina è entrata nell’agenda politica, con uno stanziamento di 1 miliardo di euro di risorse all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Fascicolo sanitario elettronico

Anche se la gestione e la valorizzazione dei dati sanitari rappresenta una delle priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), il Fascicolo sanitario elettronico, ovvero lo strumento principale per la raccolta dati dei pazienti, è in buona parte ancora sottoutilizzato. Sebbene attivati per quasi tutta la popolazione italiana, gli FSE sono spesso incompleti, oltre che poco conosciuti dagli italiani: il 38% ne ha sentito parlare e solo il 12% è consapevole di averlo utilizzato almeno in un’occasione. Diversa la situazione dei pazienti cronici o affetti da patologie gravi: il fascicolo sanitario elettronico è noto alla quasi totalità di essi (73%); ad usarlo è il 37%, prioritariamente per accedere ai referti online e alle ricette elettroniche.

Colmare il gap della digital literacy per cogliere le opportunità del PNRR

Ancora una volta, il sistema sanitario, anche di fronte al digitale, si presenta estremamente disomogeneo. A mancare sono soprattutto le competenze del personale medico, incapace di cogliere le nuove opportunità offerte dal digitale: solo il 4% dei medici ha competenze digitali adeguate in tal senso. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta un’indiscussa opportunità: le risorse stanziate sono estremamente significative: 7 miliardi per lo sviluppo di reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, e 8,6 miliardi per l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del sistema sanitario nazionale. Il Pnrr delinea inoltre gli obiettivi per la sanità del futuro, in termini di competenze digitali, governance e collaborazione tra i vari attori coinvolti.