Si sono chiuse il 10 luglio, alle ore 18, le iscrizioni nella Regione Campania del Concorso straordinario per l’apertura di nuove sedi farmaceutiche nelle Regioni e nelle Province autonome di Trento e Bolzano. In Campania le farmacie bandite sono 209, tutte di nuova assegnazione. Per le sedi vacanti era stato bandito un concorso per titoli ed esami nel 2009, le cui graduatorie sono state pubblicate lo scorso 8 luglio, a quattro anni di distanza.

Adesso si attende a breve la pubblicazione del bando per le Province autonome di Trento e Bolzano, rallentato dalla necessità costituzionale del testo nelle due lingue, italiano e tedesco, inizialmente non prevista dalla piattaforma comune per tutte le Regioni. “Dalle informazioni che ho a disposizione fino ad oggi, è tutto pronto per la pubblicazione del bando, che aspettiamo a giorni.” Spiega Luca Collareta, Presidente Federfarma Bolzano “Infatti le sedi sono state identificate, così come sono state definite le zone. I pareri non vincolanti del Consiglio dei Comuni e dell’Ordine dovrebbero essere già pervenuti all’Assessorato e dunque è tutto pronto per pubblicazione.” In Alto Adige 17 le sedi da assegnare: sei a Bolzano, due a Merano, due a Bressanone, 1 a Laives, Brunico, Sarentino, Renon, Caldaro, Appiano e Lana.

La regione più avanti nella assegnazione delle farmacie è la Liguria, che ha già formato la Commissione e pubblicato l’elenco degli ammessi, ma ancora si aspettano le graduatorie. Così come sono già note le Commissioni di Lazio, Toscana, Piemonte, ma non si hanno notizie delle graduatorie. Per tutte le altre regioni si attendono commissioni e graduatorie: i candidati in attesa sono tanti, ma i tempi sono molto incerti. E ci si può aspettare tempi anche molto lunghi, visti i quattro anni di attesa dei farmacisti che hanno partecipato in Campania al concorso ordinario per le sedi vacanti del 2009.

Chiara Romeo

La professione del farmacista sul territorio sta cambiando profondamente: l’introduzione della farmacia dei servizi, la possibilità di eseguire autoanalisi, l’ampliarsi del reparto dermocosmetico e dell’offerta di prodotti innovativi, la richiesta di integratori alimentari in ottica di benessere e prevenzione. Tutto questo, considerando anche quello che aspetta nel prossimo futuro il farmacista e la farmacia, pone alcune importanti questioni sulle qualità necessarie a svolgere la professione, sulla rispondenza della preparazione universitaria, e sull’adeguatezza dell’esame di stato.

Una recente ricerca condotta dall’Università di Pavia, pubblicata in esclusiva da  Tema Farmacia, ha cercato di rispondere a queste domande partendo proprio dall’esperienza dei farmacisti in farmacia. È così emersa una fotografia della professione oggi che può servire per riflettere sui cambiamenti da apportare ai piani di studi universitari oltre a una revisione dell’esame di stato nelle sue prove scritte e pratiche.

Una delegazione della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, guidata dal segretario Maurizio Pace, è stata ricevuta ieri dalle Commissioni Affari Sociali e Bilancio della Camera nell’ambito dell’indagine sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, fa sapere la Federazione degli Ordini in una nota. “Alla Commissione abbiamo illustrato il contributo che la professione può dare alla sfida più importante con cui si confrontano oggi i servizi sanitari: mantenere la più ampia copertura possibile salvaguardando le compatibilità economiche. Per la Federazione questo obiettivo passa attraverso la ricerca dell’appropriatezza terapeutica e dell’aderenza alla terapia”, dice Maurizio Pace. “Oggi il farmacista può intervenire su entrambi gli aspetti tanto nell’ospedale, come prova la sperimentazione sul farmacista di dipartimento in ambito oncologico, condotta da FOFI e SIFO in collaborazione con il ministero della Salute, sia sul territorio, nella farmacia di comunità, come sta dimostrando il Progetto pilota sulla revisione dell’uso dei medicinali (MUR) patrocinata dalla Federazione. In entrambi i casi, l’opera del farmacista può ridurre il rischio clinico, migliorare l’aderenza alla prescrizione, contenere gli sprechi. In breve, il farmacista può collaborare con grande efficacia al buon esito delle cure e, di conseguenza, eliminare  una serie di costi evitabili, per esempio quelli dovuti a riacutizzazioni di malattie croniche”. Per la Federazione esiste una via al contenimento dei costi attuabile senza tagli alle prestazioni fondamentali per il paziente. “Del resto, nei pochissimi casi in cui si è messa a frutto la competenza del farmacista, i risultati non sono mancati. Mi riferisco all’esempio dell’Ismett di Palermo, purtroppo unico nel suo genere, dove i farmacisti ospedalieri hanno contribuito in modo decisivo alla gestione ottimale del farmaco oncologico, in collaborazione con medici e infermieri, secondo il modello che negli Stati Uniti è ormai adottato in tutti i centri di alta specializzazione. Ma non c’è soltanto questo: anche nella gestione vera e propria del farmaco, grazie all’uso di piattaforme informatiche per il collegamento con i fornitori, il farmacista ospedaliero può ottimizzare le scorte, minimizzando, per esempio, il problema dei farmaci scaduti, come sperimentato nella provincia di Trento. Per fortuna”, conclude il segretario della Fofi, “sono numerosi i parlamentari che hanno colto l’importanza di questo passaggio e si può guardare con maggiore ottimismo a un futuro che preveda un ruolo sempre più ampio e qualificato per il farmacista in sinergia con gli altri attori del processo di cura”.