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Punture di insetto e infezioni

In estate lo stare di più all’aperto comporta incontri alle volte sgraditi con gli insetti ed è per questo che  l’AMCLI – Associazione Microbiologi Clinici Italiani – lancia un appello affinché vengano messe in atto tutte le precauzioni necessarie per evitare quelle infezioni che possono essere causate da banali punture degli insetti mettendo a rischio la salute.

“Si tratta di infezioni che ci arrivano dal mondo animale sia perché il serbatoio di questi patogeni  si trova  in varie specie animali, sia perché ci vengono trasmessi attraverso la puntura di  insetti” ricorda la Maria Paola Landini, Professore di Microbiologia all’Università di Bologna “Sono infezioni che vanno affrontate  in modo congiunto da microbiologi, infettivologi, veterinari ed entomologi  e  ci fanno sempre più comprendere come la  salute e la medicina sia una sola e come importante sia l’integrazione delle competenze”.

“Nei laboratori di microbiologia clinica, a fronte di una diagnostica di base che è stabile tutto l’anno, vi è una diagnostica stagionale piuttosto complessa, che ci vede in prima linea perché si tratta di infezioni diagnosticabili solo attraverso indagini microbiologiche” afferma Pierangelo Clerici – Presidente AMCLI – “siamo comunque preparati ad affrontare anche queste emergenze estive”.

I principali agenti infettivi che possono essere contratti anche nel nostro Paese:

West Nile virus, virus trasmesso dalle punture di zanzare (anche dalla zanzara tigre) che può dare infezioni lievi, ma anche gravi forme di encefalite e meningoencefalite. A rischio maggiore le regioni di Veneto e Friuli (sulla base delle infezioni notificate l’estate scorsa).

Toscana virus, virus trasmesso dalle punture di moscerini, è una delle cause principali delle febbri estive, ma anche di meningiti e meningoencefaliti. A rischio le zone collinari di varie regioni, tra cui Emilia Romagna, Toscana, Marche.

Borrelie, batteri trasmessi dalla puntura di  alcune specie di zecche che possono causare la malattia di lime, con coinvolgimento progressivo della cute, del cuore, del sistema nervoso centrale, delle articolazioni. A rischio sono le zone alpine e prealpine.

Virus dell’encefalite da zecche, trasmesso anch’esso dalle zecche, può causare febbri e sindromi simil-influenzali ma anche gravi encefaliti con paralisi. A rischio le zone alpine del nord est.

Leismanie, parassiti trasmessi dal cane all’uomo attraverso le punture di almeno una trentina di diverse specie di moscerini flebotomi o pappataci. La leismaniosi viscerale è una patologia grave che si manifesta con febbri irregolari e improvvise, perdita di peso, ingrossamento del fegato e della milza, anemia. A rischio le zone collinari di varie regioni.

Il benessere tutto al femminile

Siffra Farmaceutici, impegnata da anni nella ricercata di soluzioni personalizzate per la salute femminile, presenta Calagin, un integratore alimentare di fermenti lattici vivi con fruttoligosaccaridi e vitamine del gruppo B. Calagin, nella versione bustine e capsule, è formulato con Lactobacillus paracasei subsp paracasei F19, probiotico dotato di caratteristiche biochimiche e genetiche analoghe al microbioma della donna. L’integratore alimentare si dimostra particolarmente utile per l’equilibrio del sistema gastrointestinale, uroginecologico e cutaneo della donna.

Studio Aifa fotografa correttezza cure nella popolazione anziana

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Un anziano su due nel nostro Paese assume dai 5 ai 9 farmaci al giorno e quasi il 60% della popolazione ultra-65enne manifesta scarsa aderenza alle terapie, in particolare contro depressione, ipertensione, diabete e osteoporosi. Questi sono alcuni dei dati emersi dall’indagine voluta da Aifa sull’appropriatezza prescrittiva per il paziente anziano.
Lo studio, primo del suo genere in Italia, è stato condotto analizzando i dati della letteratura e quelli di utilizzo in Italia, con l’obiettivo di quantificare l’ampiezza del fenomeno della politerapia e della qualità prescrittiva su tutta la popolazione anziana italiana (7,3 milioni di donne e 5,2 milioni di uomini per un totale di oltre 12 milioni di persone) attraverso l’utilizzo di un set di indicatori di qualità appositamente costruito dal Geriatrics Working Group (Gwg) dell’Aifa. Il Gwg comprende geriatri, farmacologi ed epidemiologi di comprovata esperienza e fama internazionale, che hanno ricevuto il mandato di sviluppare questi indicatori da utilizzare come base per i programmi di monitoraggio sull’impiego dei farmaci e per progettare interventi educativi che migliorino la prescrizione farmacologica a livello nazionale.
I risultati dell’indagine hanno evidenziato che in alcuni casi gli effetti positivi dei farmaci non sono pienamente recepiti e che a volte ci sono comportamenti potenzialmente a rischio che richiedono approfondimenti e lo sviluppo di nuove strategie per limitarli.
“La tutela della salute del paziente anziano attraverso il ricorso al farmaco”, spiega Sergio Pecorelli, presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco, “richiede particolare attenzione sia da parte del medico prescrittore che deve valutare l’opportuno bilanciamento tra i rischi e i benefici delle terapie, sia da parte della rete familiare e di assistenza che supportano l’anziano nel processo di cura favorendo la corretta assunzione dei medicinali”.
In sintesi i dati dimostrano che la metà della popolazione anziana assume da 5 a 9 farmaci al giorno e che l’11% della popolazione anziana assume più di 10 farmaci al giorno. In totale quasi sette milioni e mezzo di italiani anziani assumono 5 o più farmaci al giorno. Di conseguenza, e come atteso, il livello di aderenza al trattamento è problematico: circa il 50% dei pazienti ipertesi o con osteoporosi ha un’aderenza bassa e le percentuali sono ancora più elevate per i farmaci antidiabetici e per i farmaci antidepressivi. I bassi livelli di aderenza implicano che i pazienti non traggono tutto il beneficio possibile dai farmaci che assumono (controllo dei valori pressori, controllo dei valori glicemici, prevenzione delle fratture ecc.).
Altro dato importante riguarda l’uso concomitante di farmaci che possono provocare delle interazioni dannose (aumentando, ad esempio, il rischio di sanguinamento ed emorragie oppure di aritmie o insufficienza renale) e che, sebbene percentualmente basso (in genere minore dell’1%), coinvolge tuttavia un numero non irrilevante di pazienti (ad esempio, circa 100.000 pazienti anziani hanno ricevuto associazioni di farmaci che possono aumentare il rischio di sanguinamento ed altri 36.000 pazienti sono stati esposti all’uso contemporaneo di due o più farmaci che aumentano l’intervallo QT e, quindi, potenzialmente favoriscono l’insorgere di aritmie cardiache.
Considerazioni simili valgono per gli indicatori relativi ai farmaci che non dovrebbero essere utilizzati nei pazienti anziani: le percentuali sono basse (0,4-0,7% della popolazione), ma i numeri assoluti importanti (47.000-87.000 pazienti). La presenza di condizioni croniche multiple richiede trattamenti a lungo termine con regimi farmacologici complessi e in Italia ad assumere 10 o più farmaci al giorno sono 1,4 milioni di anziani.
“Gli indicatori di inappropriata prescrizione presentati nell’articolo”, sottolinea Massimo Fini, direttore Scientifico dell’IRCCS San Raffaele Pisana e tra i componenti del Gwg, “sono il frutto di un lungo lavoro svolto dal Working Group Aifa di Geriatria per dotare anche il nostro Paese di uno strumento per la valutazione della qualità della prescrizione basato non più sull’esperienza di Stati Uniti o Inghilterra, ma sui farmaci effettivamente utilizzati dai nostri medici. I risultati hanno dimostrato come comportamenti inappropriati siano molto frequenti, particolarmente per la sottoprescrizione di farmaci per terapie di lunga durata, ma anche per il rischio causato da combinazioni inadeguate di molecole. Nella situazione attuale, sempre più caratterizzata da quadri di complessità clinica in cui i pazienti sono contemporaneamente affetti da più malattie croniche, una prescrizione indiscriminata non è la soluzione e diventa quindi prioritario fornire il medico di strumenti che lo aiutino a utilizzare i farmaci nel modo più adeguato”.

Disponibile l’ottava edizione della Farmacopea europea

È stata pubblicata il 15 luglio 2013 l’ottava edizione della Farmacopea europea, che entrerà in vigore il 1 gennaio 2014.
La nuova edizione contiene più di 2.220 monografie, 340 capitoli generali e 2.500 descrizioni di reagenti. La pubblicazione iniziale (8.0) consta di due volumi. Tre volte all’anno verranno pubblicati i supplementi contenenti gli aggiornamenti, definiti durante ogni sessione della commissione della Farmacopea europea, per un totale di 8 supplementi. La pubblicazione della 9° edizione è prevista per luglio 2016.
L’8° edizione è disponibile in lingua inglese e francese sia nella versione stampata sia digitale.

Aperto a Roma il Museo dell’Omeopatia

Affaccia su piazza Navona la sede del Museo nato per dare continuità all’impegno del professor Antonio Negro, uno tra i più importanti medici omeopati italiani, che per cinquant’anni ha svolto gran parte della sua missione medica nel palazzo dove nacque l’Accademia di Medicina Omeopatica (AIMO). È grazie all’impegno della “Fondazione Negro”, voluta da Francesco Eugenio Negro, che si propone di diffondere lo studio dell’Omeopatia e dell’individualità della persona umana attraverso varie attività scientifiche e culturali con incontri, convegni, pubblicazione di testi, raccolte e conservazione di libri e documenti, che si è potuto realizzare il Museo.
Una grande sezione di oltre 8000 testi costituisce la biblioteca storica specializzata con una ricca collezione di libri di Omeopatia (in lingua italiana, tedesca, francese, inglese, spagnola). Di particolare rilievo la sezione hahnemanniana con rare prime edizioni e la sezione italiana antica relativa ai volumi editi in Italia nell’Ottocento, oggetto di una monografia scientifica curata dal Museo.
Nelle varie sale si possono vedere rari reperti medici, lettere e manoscritti di Hahnemann e le posate in argento ed un colino per il tè che il grande maestro utilizzava a Parigi. Degne di nota le trousse, alcune molto rare, con contenitori in vetro di murano e quella della zarina Alessandra uccisa a Katerinenburg.

I Papi e l’Ospedale Omiopatico
Interessante è conoscere come l’Omeopatia veniva praticata nell’Ottocento. Una vetrina del Museo è dedicata al periodo del colera a Roma e del “medico piommatico”, come lo apostrofava il Belli nei suoi versi irriverenti, e dell’Ospedale Omiopatico promosso da Monsignor Canali. Siamo nel 1837, è l’epoca di papa Gregorio. I Papi danno il permesso ai Gesuiti di preparare i rimedi omeopatici in assenza dei farmacisti che non erano in grado di farli. Il primo Ospedale a Roma a preparare i rimedi omeopatici in quei tempi fu il Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina.
Con la scomparsa del colera scompaiono anche gli ospedali “piommatici”, ma i Papi rimangono molto legati all’Omeopatia tanto da affidare una condotta omeopatica al dottor Mattoli e una cattedra omeopatica al dottor Mengozzi.
Sempre per rimanere legati ai Papi bisogna ricordare che Leone XIII fu curato dal professor Ladelci a cui venne poi affidata una cattedra di fitofarmacologia in Vaticano. Lo stesso riceverà la stessa onorificenza che ha avuto il professor Antonio Negro: “Commendatore dell’ordine di San Gregorio Magno”, la massima onorificenza data ai laici da un Pontefice. Per arrivare più vicini ai nostri tempi, il professor Negro fu consultato dagli Archiatri di Pio XII e Paolo VI per cure omeopatiche.

Tavolo sulla farmaceutica: le farmacie chiedono stabilità per rilanciare il servizio

«La farmacia può e vuole essere sempre più uno snodo fondamentale dell’assistenza sanitaria sul territorio. Per rilanciare il servizio farmaceutico è però urgente un periodo di stabilità economica e normativa da garantire, in particolare, con l’introduzione della nuova remunerazione prevista dalla legge, e con il rinnovo della convenzione tra farmacie e Ssn, che permetterà lo sviluppo dei nuovi servizi».
Questa la posizione che il presidente di Federfarma, Annarosa Racca, ha ribadito alla prima riunione del Tavolo sulla farmaceutica perché la farmacia ha necessità di poter programmare le attività e gli investimenti necessari a sviluppare servizi di prevenzione, informazione sanitaria, programmi di educazione sanitaria e prevenzione anche attraverso screening di massa, counselling sul farmaco: tutti servizi incentrati sul paziente per dare una assistenza farmaceutica di maggiore qualità ottenendo nel contempo anche risultati positivi per la sostenibilità economica del SSN, alle prese con una popolazione sempre più anziana e meno autosufficiente.
«Va sottolineato come, già in questa prima riunione, il Tavolo abbia individuato come nodo cruciale da sciogliere quello della spesa farmaceutica ospedaliera e stabilito che proprio la spesa ospedaliera sarà l’argomento centrale da affrontare alla ripresa dei lavori, a settembre. Infatti, mentre la spesa farmaceutica territoriale è sotto controllo e rispetta il tetto previsto, la farmaceutica ospedaliera è in costante e incontrollato aumento e, in tutte le Regioni, supera ampiamente i limiti stabiliti».

Federfarma: nessuno spreco con la distribuzione tramite la farmacia

Un recente episodio di cronaca riporta la denuncia di un cittadino che, dopo la morte della madre, è costretto a buttare farmaci rimasti inutilizzati per un valore di più di mille euro. Tali farmaci, segnala il protagonista della vicenda, pur essendo ancora in confezione integra, non sono stati ripresi indietro dalla struttura sanitaria locale che li aveva distribuiti. Federfarma prende spunto da questo episodio per evidenziare che “questo è sicuramente solo uno dei molti casi analoghi di spreco che si verificano ogni giorno in Italia, in quanto le strutture sanitarie pubbliche che distribuiscono farmaci direttamente ai cittadini dispensano abitualmente grandi quantitativi di medicinali per evitare al paziente e alle famiglie troppi spostamenti, anche tenendo conto degli orari di apertura limitati delle strutture”.
Federfarma scrive che “da tempo, proprio per evitare sprechi propone a Regioni e Asl che tutti i farmaci siano distribuiti nelle farmacie che assicurano un monitoraggio costante e aggiornato dei consumi dei farmaci. La farmacia deve comunicare alla Asl l’avvenuta dispensazione al malato di ogni pezzo, seguendo la prescrizione del medico per periodi di terapia che non possono superare il mese”. Invece la struttura sanitaria, rileva l’associazione sindacale dei titolari nella nota, “non può riprendere indietro le confezioni avanzate perché ciò non garantirebbe la tracciabilità del prodotto”.
Federfarma conclude sottolineando che “anche la distribuzione dei presidi in farmacia è in grado di garantire al Ssn vantaggi economici: infatti, il sistema per la gestione sanitaria integrativa online di prodotti per il diabete, l’incontinenza, i pazienti stomizzati, i celiaci ha già dato risultati positivi nelle realtà che lo hanno attivato, assicurando al Ssn un monitoraggio continuo dei consumi e permettendo risparmi”.

Scomparso il presidente fondatore dei Laboratoires Pierre Fabre

Il 20 luglio scorso è mancato il presidente dei Laboratoires Pierre Fabre, monsieur Pierre Fabre, che fondò l’azienda nel 1961. La società ha sottolineato, nel ricordare il proprio presidente in un comunicato, come egli abbia “consacrato tutte le sue energia all’azienda. Ha gestito, diretto, guidato tutte le tappe del suo sviluppo e costruito, pietra su pietra, un Gruppo internazionale. Imprenditore visionario dotato di un’intuizione e una capacità di lavoro eccezionali, ha saputo condurre con un talento e una perseveranza ineguagliabili il suo Gruppo sulla strada del successo”.
I Laboratoires Pierre Fabre sono il secondo gruppo farmaceutico indipendente francese, presenti in 42 Paesi, contano 10.000 collaboratori nel mondo. Tramite la holding Pierre Fabre Participations, il 65% dei Laboratoires Pierre Fabre è detenuto dalla Fondation Pierre Fabre, riconosciuta di pubblica utilità dal 1999.
Pierre Fabre, farmacista e appassionato della natura, nel gennaio 2010 era stato insignito dal Presidente della Repubblica Francese della “Grand Croix”, il più alto grado dell’ordine della “Légion d’Honneur” per la sua eminente attività a favore dello sviluppo della Francia.

Attestazione al merito della Salute Pubblica alle due farmaciste del Giglio


“È un motivo di orgoglio che quest’anno anche due farmaciste, Vittoria Celli ed Elisabetta Maione, abbiano ricevuto un’attestazione al merito della Salute Pubblica, la più alta che il nostro ordinamento prevede per chi si sia distinto nell’opera di tutela della salute”, dice il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, senatore Andrea Mandelli.
“Le due colleghe, titolare e collaboratore della farmacia dell’Isola del Giglio, infatti, si sono distinte nel prestare i primi soccorsi ai naufraghi della nave da crociera Costa Concordia, la notte del 16 gennaio 2012 e oggi ricevono un riconoscimento che fa onore a tutta la professione”, afferma il presidente della FOFI.
Immediatamente dopo la sciagura, i naufraghi hanno potuto trovare nella farmacia di Vittoria Cella innanzitutto un rifugio e poi quanto serviva per le necessità più immediate: i prodotti per l’infanzia, dai pannolini agli omogeneizzati, ma anche le medicazioni, perché le scorte del 118 si andavano esaurendo, e un glucometro. Oltre ovviamente, ai medicinali prescritti in urgenza dal medico del Giglio. “La FOFI aveva segnalato immediatamente al ministero della Salute l’opera delle due colleghe, perché è un’ennesima riprova non solo della vicinanza del farmacista alla popolazione e del suo spirito di servizio, ma anche dell’importanza di mantenere e salvaguardare come un bene prezioso la capillarità del servizio farmaceutico perché è davvero il primo e il più accessibile dei presidi sanitari. Come farmacisti e come cittadini, non possiamo che rinnovare il nostro plauso alle due colleghe”, conclude Mandelli.

Lodi: Federfarma e Asl insieme per il CUP

Sono 1345 le prenotazioni di prestazioni specialistiche effettuate in farmacia nei primi sei mesi del 2013 dai cittadini della provincia di Lodi, un numero ancora più significativo se confrontato con le 335 dello stesso periodo dell’anno scorso. Il successo di questi numeri risiede nella stretta collaborazione tra i farmacisti della provincia e la ASL di Lodi. “Collaborando attivamente con le ASL la farmacia riesce ad offrire importanti strumenti per il cittadino, come CUP, consegna a domicilio, supporto agli screening. Questa funzione sociale della farmacia va sottolineata e difesa” ha affermato Annarosa Racca, Presidente nazionale di Federfarma.

Federfarma e la ASL di Lodi hanno lavorato insieme per la formazione sul campo del farmacista all’utilizzo del sistema CUP, per la sensibilizzazione dell’importanza di questo servizio e per risolvere problemi tecnici, primo tra tutti quello dell’efficienza linea. E grazie a questo la prenotazione in farmacia è un vero e proprio servizio soprattutto per i cittadini anziani e per quelli che risiedono in zone rurali e disagiate: “il 92% delle prenotazioni effettate nelle farmacie del lodigiano nei primi sei mesi del 2013, proviene da farmacie rurali.” spiega Adriana Botti, delegata Federfarma delle farmacie Lodigiane. Nella provincia di Lodi le farmacie rurali sono 42, che sommate a quelle periferiche o uniche, porta ad un totale di 47 (68%) su 69.

Le farmacie lodigiane sono attivamente impegnate anche nella consegna a domicilio di farmaci e altri presidi medici, servizio che nell’83% dei casi è gratuito per il cittadino, ma che riveste un importante ruolo sociale. Così come notevoli sono i numeri dello screening sul tumore del colon-retto, al quale i farmacisti lodigiani aderiscono dal 2008: 50mila screening provenienti dalle farmacie su un totale di 67mila esami.

Chiara Romeo