Virus influenzali e di altro tipo potrebbero aumentare il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer. È quanto emerge da un’indagine condotta da un team di ricercatori statunitensi, effettuata attraverso l’analisi di circa 450 mila dati sanitari in formato elettronico. Ancora prematuro, però, dire se siano le infezioni a scatenare l’insorgenza della malattia, avvertono gli autori

Un’analisi di circa 450.000 cartelle cliniche elettroniche ha rilevato un legame tra le infezioni da influenza e altri virus comuni e un rischio più elevato di sviluppare patologie neurodegenerative come l’Alzheimer o il Parkinson in età avanzata. I ricercatori avvertono che i dati mostrano un possibile collegamento, ma è troppo prematuro dire se siano le infezioni a scatenare l’insorgenza della malattia.

Lo studio pubblicato

La ricerca (Virus exposure and neurodegenerative disease risk across national biobanks”) pubblicata su Neuron, ha evidenziato almeno 22 collegamenti tra infezioni virali e malattie neurodegenerative. Alcune delle esposizioni virali sono state associate a un aumento del rischio di malattie cerebrali fino a 15 anni dopo l’infezione.

Lo studio è stato condotto attraverso l’analisi di centinaia di migliaia di cartelle cliniche elettroniche, a partire dai dati relativi a circa 35 mila persone con malattie cerebrali e circa 310 mila senza, compresi nel database finlandese FinnGen. La prima analisi ha evidenziato 45 collegamenti significativi tra virus e malattie cerebrali; successivamente i risultati sono stati incrociati con gli oltre 100 mila dati raccolti dalla UK Biobank. Al termine, sono rimasti 22 collegamenti presenti tra infezioni e malattie neurodegenerative.

Il forte legame tra encefalite virale e Alzheimer

Una delle associazioni più forti era quella tra l’encefalite virale, una rara infiammazione del cervello che può essere causata da diversi tipi di virus, e l’Alzheimer. Le persone affette da encefalite avevano una probabilità di circa 31 volte maggiore di sviluppare l’Alzheimer in età avanzata rispetto alle persone non affette da encefalite.

La maggior parte delle altre associazioni erano più modeste: le persone che hanno avuto un attacco di influenza che ha portato alla polmonite avevano quattro volte più probabilità di sviluppare l’Alzheimer rispetto alle persone che non hanno sviluppato l’influenza con la polmonite.

Limiti dello studio e riflessioni

Appare prematuro ipotizzare un nesso di causalità infezione-Alzheimer. Un altro limite dello studio è dato dal fatto che i dati provengono quasi esclusivamente da soggetti di origine europea, il che significa che i risultati potrebbero non essere applicabili, ovvero replicabili, in una popolazione globale più ampia.

A ciò si aggiunge che in altre aree del mondo ci sono virus maggiormente diffusi, come West Nile o Zika. L’analisi potrebbe quindi non aver colto i legami con questi agenti patogeni. Ulteriori approfondimenti risultano dunque essenziali a comprendere le reali implicazioni di questi collegamenti.

Fonte:

  • Levine KS, Leonard HL, Blauwendraat C, Iwaki H, Johnson N, Bandres-Ciga S, Ferrucci L, Faghri F, Singleton AB, Nalls MA. Virus exposure and neurodegenerative disease risk across national biobanks. Neuron. 2023 Jan 11:S0896-6273(22)01147-3.