Il tema è stato oggetto di un evento stampa, organizzato da Assosalute, in data 26 settembre, dal titolo “Stagione influenzale 2022-2023: ritorno al passato o inizio di una nuova era? Cosa sapere e cosa fare”.

L’incontro ha illustrato le evidenze scientifiche e presentato gli esiti di una survey condotta da Human Highway sui comportamenti degli italiani in merito a prevenzione e trattamento dell’influenza.

L’informazione scientifica è stata affidata al prof. Fabrizio Pregliasco, virologo, ricercatore del Dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi, mentre Giovanna Hotellier dell’Istituto di Ricerca Human Highway ha riportato i dati più significativi emersi dalla survey. Federico Mereta, giornalista scientifico che ha moderato l’evento ha ricordato che c’è sempre una certa complessità quando si parla di infezioni virali.

Per questo Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, organizza annualmente un momento di scambio e aggiornamento.

Cosa pensano gli italiani

La coesistenza di virus influenzali e Sars-Cov-2 è un fattore con il quale gli italiani hanno imparato a convivere. L’indagine di Human Highway rivela, infatti, che il 61% della popolazione è consapevole della circolazione del Covid ed è preoccupato della sua sovrapposizione con l’influenza stagionale e della potenziale diffusione di nuove varianti del Covid.

«Un italiano su due – ha precisato Giovanna Hotellier – teme si possa ripresentare l’esperienza della pandemia e questo spaventa molto, soprattutto i giovani, per le eventuali conseguenze che si possono avere nella quotidianità. Le donne sono le più preoccupate, mentre gli uomini lo sono un po’ meno. Quattro italiani su dieci ritengono invece che, dopo la pandemia, l’organismo si sia irrobustito e sia quindi più resistente ai virus».

Secondo altri dati raccolti dalla survey, la metà degli italiani teme che oggi i patogeni che scatenano l’influenza siano più aggressivi e contagiosi di un tempo. La preoccupazione cresce nel genere femminile e negli anziani, mentre è meno presente negli uomini e nei giovani: c’è un 31,2% degli uomini e un 35% dei giovani sotto i 24 anni, che ritiene che il Sars-Cov-2 sia scomparso e non rappresenti più una minaccia per la stagione influenzale.

Al contrario, il 70% degli over 65 crede che il virus continuerà a presentarsi con nuove varianti. Al sopraggiungere dei sintomi influenzali, l’approccio più comune è il riposo e l’automedicazione, salvo l’insorgere di problematiche per le quali, in un secondo momento si tende a rivolgersi al medico. Un approccio corretto per giovani e adulti in salute, mentre per anziani e pazienti fragili è sempre meglio interpellare comunque il medico.

Le evidenze scientifiche

Le previsioni per la stagione influenzale indicano la possibilità di avere in Italia 5-6 milioni di contagi. «Questi – ha precisato Pregliasco – includono sia le influenze legate alla variante H1N1, sia altri virus influenzali cosiddetti “cugini”, che possono causare sintomi simili all’influenza».

In merito al Covid-19, il virologo ha ribadito che il virus continua a circolare e occorre mantenere alta l’attenzione, sia con strategie preventive sia nel monitoraggio dei sintomi. «Il Covid-19 – ha sottolineato – rimane una malattia seria, che non può essere equiparata a un’influenza comune».

Farmacista riferimento prezioso

Nel 2023 aumenta il ricorso al farmacista per chiedere consiglio nella gestione dei sintomi influenzali. Dopo anni nei quali gli italiani preferivano contattare il medico in caso di sintomi influenzali, nel 2023 il trend è cambiato, con un ritorno al farmacista come figura di riferimento per affrontare l’influenza.

La ricerca del medico resta più elevata tra gli uomini (21,9%) e gli anziani, mentre i giovani spesso cercano informazioni su Internet (14%) o presso parenti e amici (22%). In generale il 59,8% della popolazione utilizza farmaci di automedicazione per tenere a bada i primi sintomi influenzali. In questo caso, il farmacista può essere particolarmente utile nel consigliare i prodotti più efficaci, raccomandando anche di non usare antibiotici senza parere medico. I professionisti della farmacia restano figure particolarmente importanti.

«Nell’ottica di una maggior attenzione e cura di sé e della propria comunità – ha dichiarato Pregliasco – l’approccio responsabile all’automedicazione e l’uso consapevole e appropriato dei medicinali da banco sono diventati ancora più importanti in questi anni. I cittadini sono più attenti a seguire le indicazioni dei professionisti sanitari e a evitare l’abuso di farmaci senza prescrizione medica. I farmaci antinfiammatori sono un elemento importante nella gestione delle infezioni respiratorie, poiché in grado di modulare la risposta immunitaria e ridurre il rischio di forme gravi della malattia. È però importante che i professionisti sanitari istruiscano il cittadino al corretto uso dei farmaci e alle terapie disponibili».