La musica possiede qualità non verbali, creative, strutturali ed emotive utili a facilitare l’interazione, l’apprendimento e la comunicazione del paziente anziano depresso. Combinata a terapie standard, può rappresentare un approccio integrativo efficace nella gestione dei pazienti anziani affetti da depressione?

La review e la meta-analisi pubblicata a fine 2023 Effect of music therapy on older adults with depression: A systematic review and meta-analysis di M.Wang, J. Wu et al. offre un notevole contributo a questo quesito.

I principali criteri di eleggibilità 

La revisione ha preso in considerazione esclusivamente studi randomizzati e controllati. Gli studi che hanno superato i criteri di inclusione sono 21 per un totale di 1777 partecipanti di cui 899 nel gruppo di intervento e 878 nel gruppo di controllo.

Nei gruppi di intervento di tutti gli studi analizzati è stata utilizzata la musicoterapia integrata alla terapia standard. Il gruppo di controllo ha ricevuto esclusivamente la stessa terapia standard. 

La musicoterapia è definita come “l’uso della musica o di elementi musicali da parte di musicoterapeuti certificati per promuovere la comunicazione, l’apprendimento e l’espressione, al fine di soddisfare i bisogni fisici, emotivi, psicologici, sociali e cognitivi dell’individuo”.

La review ha analizzato esclusivamente studi scientifici che prevedono l’impiego della musicoterpia con la supervisione di un terapeuta autorizzato, la semplice fruizione di musica o di performance canore non ha soddisfatto i criteri di inclusione.

Sono stati esclusi dalla revisione tutti gli studi che associano altre forme di terapia, come la terapia cognitiva o il Tai chi. I partecipanti inclusi negli studi sono adulti anziani con età maggiore o uguale a 60 anni, a cui è stata diagnosticata la depressione.

Gli outcome primari e secondari 

L’outcome primario è la variazione della gravità della depressione, valutata con strumenti convalidati come la Geriatric Depression Scale (GDS).

Gli outcome secondari della revisione sono il miglioramento dello stato ansioso, della capacità cognitiva e della pressione sanguigna.

Metodo statistico della meta-analisi

Sono state utilizzate differenze medie (MD) o differenze medie standardizzate (SMD) con intervalli di confidenza (CI) al 95%.

Se gli studi inclusi nella meta-analisi hanno utilizzato unità di misura diverse o metodi di misurazione incoerenti, la SMD è stata utilizzata come dimensione dell’effetto combinato. L’eterogeneità degli studi è stata valutata utilizzando il test del Chi-quadro. L’I2 è stato espresso come percentuale della variabilità totale dovuta all’eterogeneità.

L’eterogeneità statistica è stata considerata bassa (I2 < 25 %), moderata (I2 25-49 %) o alta (I2 > 50 %). È stato utilizzato un modello a effetti casuali se esisteva eterogeneità tra gli studi (I2 > 50 % o P < 0,1) altrimenti è stato previsto l’utilizzo di un modello a effetti fissi.

Individuazione del più efficiente modello

La review ha permesso l’analisi dell’impatto della musicoterapia sulla depressione. Il gruppo di intervento (musicoterapia + terapia standard) ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo della depressione rispetto al gruppo di controllo. Dati statistici: differenze medie standardizzate (SMD) = -1,40, 95 % intervalli di confidenza (CI) = [-1,68, -1,13], P < 0,00001), con un’elevata eterogeneità (I2 = 88 %, P < 0,00001). 

La musicoterapia è stata classificata in tre diverse tipologie: musicoterapia attiva, musicoterapia passiva, combinazione della musicoterapia attiva e passiva. Sia la musicoterapia passiva che la combinazione delle due, si sono rivelate efficaci negli anziani con depressione. Musicoterapia passiva, dati statistici: differenze medie standardizzate (SMD) = -1,30, 95 % intervalli di confidenza (CI)  = [-1,58, -1,03], P < 0,00001) 

Combinazione di musicoterapia attiva e passiva, i dati statistici: differenze medie standardizzate (SMD) = -1,76, 95 % intervalli di confidenza (CI)  = [-2,83, -0,69], P = 0,001).

L’effetto terapeutico della musicoterapia passiva si è rivelato il più significativo. È stato valutato anche l’impatto del tempo di ogni singola sezione di musicoterapia. 

Alcuni risultati

Le sezioni valutate sono state di 30, 40 e 60 minuti. I risultati hanno evidenziato che la sezione di 60 minuti ha avuto l’impatto migliorativo sulla depressione statisticamente più significativo. Questo dato può essere collegato alla minore capacità di acquisizione di informazioni da parte degli anziani e al maggior tempo necessario per eccitare le cellule neuronali tramite la musica.

Gli studi scientifici sono stati divisi in due sottogruppi in base alla durata totale di tutte le sezioni di musicoterapia (tempo della singola seduta moltiplicato per la frequenza dell’intervento): meno di 20 ore (<20) e maggiore o uguale a 20 ore (≥20). Otto degli studi inclusi avevano una durata totale inferiore a 20 ore e otto avevano una durata totale maggiore o uguale a 20 ore.

La musicoterapia con una durata totale maggiore o uguale a 20 ore ha migliorato in modo statisticamente significativo lo stato depressivo.

Lo studio “Influence of music therapy on anxiety and depression of community elderly hypertensive patients di Wang et al.” incluso nella revisione è stata di 90 ore. I risultati di tale studio hanno mostrato una differenza statisticamente significativa nei punteggi della depressione.

Il risultato suggerisce che la musicoterapia può avere un effetto terapeutico a lungo termine. Risultati simili sono stati riscontrati in un ulteriore studio incluso nella review “Effect of music on depression levels and physiological responses in community-based older adults di Chan et al.”, evidenziando che la musicoterapia ha un effetto dose cumulativo. 

I due formati in intervento

La musicoterapia è stata suddivisa in due formati di intervento: individuale e di gruppo. Dodici studi hanno utilizzato la musicoterapia individuale e cinque quella di gruppo.

L’effetto della musicoterapia individuale è stato il più significativo suggerendo la maggiore efficacia di una terapia musicale mirata. Il dato può essere anche legato all’attitudine degli individui depressi ad avere interazioni sociali più deboli, con conseguente scarso coinvolgimento alla terapia musicale di gruppo.

Outcome secondari

Sette studi con 586 pazienti hanno indagato l’effetto della musicoterapia sull’ansia. Rispetto al gruppo di controllo, il gruppo musicoterapico ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo dell’ansia.

Dato statistici: differenze medie standardizzate (SMD) = -1,66, 95 % intervalli di confidenza (CI)  = [-2,25, -1,07], P < 0,00001), con un’elevata eterogeneità (I2 = 89 %, P < 0,00001). Cinque studi con 311 pazienti hanno valutato l’effetto della musicoterapia sulle capacità cognitive.

Confrontando il gruppo di musicoterapia con il gruppo di controllo, si è registrato un miglioramento statisticamente significativo delle capacità cognitive. Dati statistici: differenze medie (MD) = 3,39, 95 % intervalli di confidenza (CI)  = [2,03, 4,76], P < 0,00001), con un’elevata eterogeneità (I2 = 70 %, P = 0,009).  Due studi con 115 partecipanti hanno valutato l’impatto della musicoterapia sulla pressione arteriosa sistolica.

Il gruppo di musicoterapia ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo della pressione arteriosa sistolica rispetto al gruppo di controllo. Dati statistici: differenze medie (MD) = -8,01, 95 % intervalli di confidenza (CI)  = [-11,27, -4,75], P < 0,00001), con una bassa eterogeneità (I2 = 0 %, P = 0,52. Per quanto riguarda la pressione arteriosa diastolica, sono stati inclusi due studi con 115 pazienti.

Il gruppo di musicoterapia ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo della pressione arteriosa diastolica rispetto al gruppo di controllo. Dati statistici: differenze medie (MD) = -6,22, 95 % intervalli di confidenza (CI)  = [-10,72, -1,73], P = 0,007), con un’elevata eterogeneità (I2 = 52 %, P = 0,15).

In conclusione

La presente review evidenzia che la musicoterapia è una valida integrazione alla terapia standard prevista per la cura di anziani affetti da depressione, con importanti benefici anche sugli stati ansiosi, le capacità cognitive e i dati inerenti la pressione sanguigna.

Gli stessi studiosi dichiarano la necessità di proseguire la ricerca in ambito musicoterapeutico. Sottolineano l’importanza di ulteriori studi con approfondimenti sui diversi stadi di gravità della depressione, sulla scelta del repertorio musicoterapico in confronto ai diversi farmaci antidepressivi.

Si evidenzia la necessità di nuovi studi randomizzati e controllati con analisi delle variabili suddette, minore eterogeneità e dimensioni più ampie del campione oggetto di indagine.  La review pone l’accento anche sullo scarso numero di studi scientifici che valutano gli effetti avversi della musicoterapia, anche se, generalmente, è considerata una terapia sicura. 

Fonte

Min Wang et al. Effect of music therapy on older adults with depression: A systematic review and meta-analysis